Situazione trasporto pubblico nel periodo del Covid-19 in Provincia di Latina
In questo periodo si sta ripetendo una nuova e pesante recrudescenza del problema sanitario, collegato alla espansione della variante del virus, che sta facendo risalire in modo impensabile il numero dei contagiati ad oltre 20.000 casi giornalieri, facendo innalzare il numero dei decessi al triste primato dei 100 mila morti. Ormai conosciamo bene le cause che portano ad una situazione simile, di cui non ci stancheremo mai di condannare, soprattutto, per la superficialità nei comportamenti per il mancato rispetto delle più elementari regole e norme a cui sottostare, per evitare maggiori e più drastiche restrizioni e giungere quanto meno ad una riduzione di questo pericoloso e mortale virus, che tanto dolore e lutti sta portando all’interno della nostra comunità e nelle nostre famiglie. Ma mai ci aspettavano di vedere calpestate norme e regole proprio all’interno di un settore – quello del trasporto pubblico – oggetto proprio di profonde modifiche e di maggiore attenzione, rispetto alla pesante situazione che si sta vivendo e da tutti ritenuta impensabile poter mantenere, stante l’ impossibilità a rispettare una delle principali regole funzionali per evitare il rischio del contagio; ossia il mantenimento del distanziamento interpersonale di sicurezza sociale, così come previsto da tutti i dpcm sinora emessi. In effetti ultimamente siamo stati continuamente sollecitati ad intervenire – come “comitato del trasporto pubblico” – da molte persone (anziani, studenti, operai ed impiegati) – che quotidianamente, obbligate, ad utilizzare il mezzo pubblico, si ritrovano a viaggiare su vetture sovraffollate, con persone costrette a restare in piedi, ed altre “costrette a sedersi” affiancate(v.foto), pur non essendo conviventi ma semplici estranei. Alle rimostranze di qualche viaggiatore, che faceva presente la difficile situazione, alcuni autisti hanno replicato in modo poco educato con termini irripetibili,affermando che dalle istruzioni “del dpcm, ne possiamo trasportare fino a 33” ; richiamati a moderare il linguaggio e fatto osservare, che intanto erano ben superiori a quella cifra e poiché nei primi post , anche quelli dietro la sua cabina protetta , ne venivano esclusi 5 –o 3 in altri bus -(sbarrati con catena) , più altri 2 prima e 2 dopo la porta di discesa , i post utli da 55 diventavano 23 su 46 (o 24 su 48 ) disponibili ; quindi assolutamente inammissibile far viaggiare le persone, gomito a gomito, in spazi così ristretti, facendo mancare ogni minima misura di prevenzione , aumentando fortemente il rischio del contagio , soprattutto nei confronti di persone anziane o debilitate. Siamo certamente favorevoli alle linee guida che prevedono misure rigide di “carattere generale” (mascherine, distanziamento sociale, igienizzazione ecc), ma anche interessati a seguire le varie “raccomandazioni” che fanno leva sulla responsabilità, sensibilità ed educazione individuale, per diminuire fortemente il rischio di possibili contagi,procedendo alla utilizzazione dei sedili in verticale , chiaramente realizzabile su questi mezzi, liberando quei posti incomprensibilmente vietati. Ci dichiariamo – comunque – totalmente disponibili per meglio chiarire la situazione (con dati, circostanze e foto), anche in merito alle problematiche sul “trasporto sostenibile” ed illustrare possibili ipotesi, anche con nuovi dispositivi , sempre mantenendo fermo l’obiettivo del miglioramento del servizio tramite misure di prevenzione tese a difendere e tutelare la salute e la stessa esistenza delle persone: considerato che il grave problema del covid è ancora ben lontano dall’essere risolto nei tempi brevi, come – purtroppo – dimostrato dai bollettini giornalieri che quotidianamente ci aggiornano sulla triste realtà dei contagi e dei decessi.
A firma del Comitato trasporto pubblico
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