Covid: zona rossa non svuota Roma, in giro tra parchi e acquisti
Roma questa mattina si e’ svegliata in
zona rossa, come tutto il Lazio e meta’ dell’Italia, ma
percorrendo le strade della citta’ il colpo d’occhio e’
differente rispetto al lockdown di 12 mesi fa. Non c’e’ il
deserto, anzi. Il traffico e’ diminuito ma non scomparso, in
diverse zone non mancano perfino doppie file e qualche
rallentamento. Poca la gente a bordo dei mezzi pubblici,
soprattutto sui bus, come a marzo 2020: in un anno pero’ e’
aumentato il numero di persone che si spostano in bicicletta o
in monopattino. Ci sono posti di blocco della polizia locale e
delle forze dell’ordine sparsi in alcuni punti solitamente piu’
frequentati: Lungotevere, piazza San Giovanni in Laterano,
piazza Venezia, sotto al Campidoglio e poi a Trastevere. Diverse
le pattuglie nelle vie attorno alle stazioni Termini e
Tiburtina.
A piazza dei Cinquecento, di fronte allo
scalo ferroviario piu’ grande del Paese, si nota la differenza:
in assenza di turisti e studenti, con meno pendolari, sono pochi
i viaggiatori in transito. Qualche gruppo di persone si forma di
fronte ai bar che sono aperti per la consumazione da asporto.
“Siamo da questa mattina in un cantiere qui vicino, non
toglieteci almeno il piacere di un caffe'”, raccontano alcuni
operai radunati nei pressi dell’Alberone sulla via Appia. Non
mancano nemmeno gli “abusivi di necessita'”: lavavetri ai
semafori e posteggiatori nelle zone centrali.
La pandemia ha desertificato il centro storico, con il venir
meno dei turisti e gli uffici svuotati dallo smart working. Tra
strade semivuote e vie dello shopping le nuove restrizioni si
percepiscono maggiormente che in periferia. I varchi Ztl sono
aperti visto il volume di traffico ridotto. A via Nazionale i
negozi di abbigliamento sono chiusi ma diversi non hanno
abbassato le serrande e hanno tenuto accese le luci delle
vetrine. Forse e’ un modo per sperare nel futuro, dal momento
che almeno un terzo dei locali della strada alterna cartelli
“vendesi”, “affittasi” con quelli che annunciano l’imminente
chiusura dell’attivita’.
“Noi possiamo rimanere aperti, lo facciamo soprattutto per i
clienti ma gia’ sappiamo che i guadagni saranno pochi. Con
questa crisi i consumi culturali sono tra i primi a venire
tagliati”, afferma la titolare di un grande negozio di musica e
libri in zona Esquilino. Appena un paio gli avventori che si
aggirano tra gli scaffali a meta’ mattinata.
Chi ha potuto si e’ riversato nei parchi, complice la giornata
di sole che annuncia la primavera in arrivo: dalla Caffarella a
villa Borghese fino a villa Pamphilj sono tante le persone che
si concedono una passeggiata, una corsa o altre attivita’
fisiche. Nel pomeriggio e’ possibile arrivino anche gli
studenti, una volta terminata la didattica a distanza.
Le periferie invece vivono di vita propria: c’e’ piu’ gente in
giro, tra chi si reca a fare la spesa e chi non rinuncia a fare
due passi per andare in profumeria o in farmacia. A piazza dei
Mirti a Centocelle i rider di fronte a una catena di fast food
si preparano a partire per le consegne: per diversificare la
prima giornata di nuovo in casa c’e’ chi opta per il pranzo
portato a domicilio.