WEDDING E COVID-19: LE VOCI E TESTIMONIANZE DELLA FILIERA MATRIMONI CON I SUOI 50MILA OPERATORI. UN REPORTAGE DI FARIAN SABAHI
«Il 2020 è stato l’anno nero per il settore matrimoni, con un crollo di circa il 90% del fatturato rispetto all’anno precedente: dai 15 miliardi del 2019 siamo scesi ai quasi due del 2020. Abbiamo perso 13 miliardi di euro. Le stime per il 2021 sono pessime a causa del rinvio di oltre la metà dei matrimoni, la totale cancellazione di quelli stranieri, la celebrazione in forma ridotta per chi ha deciso comunque di non rinunciare alle nozze».
A rendere note le stime provvisorie sulla crisi del settore è Serena Ranieri, presidente di Federmep(https://federmep.it) , la federazione che raccoglie imprese e professionisti del settore matrimoni. Si tratta di stime ben peggiori rispetto alle anticipazioni pubblicate dall’Istituto Nazionale di Statistica che riportano una variazione negativa dei matrimoni del 50,3% nei primi dieci mesi dell’anno: dai 170mila del 2019 agli 85mila del 2020: «I dati Istat non tengono però conto né degli sposi che hanno deciso di unirsi civilmente rinviando la festa, né di coloro che hanno comunque celebrato le nozze ma non nelle modalità sognate. Senza poi contare l’azzeramento dei destination wedding, ovvero degli eventi che vedono protagonisti gli stranieri, ad alto budget e altissimo indotto», aggiunge Ranieri dalla costiera amalfitana, meta di numerose coppie d’oltralpe.
Fino al 5 marzo le attività del settore sono chiuse per decreto e purtroppo stanno arrivando numerose richieste di rinvio per i matrimoni in programma in primavera. «Siamo pronti a ripartire, in attesa di linee guida da parte del governo. La prima festa di matrimonio sarebbe prevista per l’8 maggio. È una coppia di Schio, in provincia di Vicenza, ed è la terza volta che rimandano. Come location gli sposi hanno scelto una villa del Settecento nel cuore della Valpolicella perché sono amanti del vino, come peraltro tantissimi stranieri che compongono il 60 percento della mia clientela. In attesa di una decisione del governo lavoriamo in rete, tra noi operatori, e con una buona comunicazione cerchiamo di attirare ulteriori stranieri in Italia», afferma Paola Guerra wedding planner a Verona (www.fenixlive.it).
Dalla suggestiva Finalborgo, in provincia di Savona, la wedding planner Daniela Mengarelli (www.danielamengarelli.it), marchigiana di Sirolo, commenta: «Il prossimo matrimonio di cui sto curando l’organizzazione dovrebbe avere luogo il 29 maggio, sono due giovani italiani residenti in Svizzera che hanno scelto la Liguria di Ponente perché le nozze con la luna sull’azzurro del mare resta un sogno ricorrente. Da mesi lavoriamo via web anche per il primo incontro con gli sposi. È molto difficile entrare in empatia, ma è essenziale per capire che cosa vogliono e come desiderano il loro matrimonio. Iniziare un dialogo sarebbe indubbiamente più semplice di persona. Sui nostri siti usiamo il blog per spiegare le nuove tendenze flower design, le location in cui operiamo e soprattutto cerchiamo di sprigionare fiducia e ottimismo».
A proposito di marketing Ines Pesce (www.inespesce.it) del manuale Wedding marketing professionale (Flaccovio Editore, Palermo), commenta: «Nonostante lo scenario disastroso, i professionisti del settore matrimonio non devono rinunciare alla comunicazione per due motivi: da un lato i futuri sposi italiani hanno bisogno di conferme e di informazioni chiare e attendibili da parte degli addetti ai lavori; dall’altro comunicare è una modalità per non soccombere nel momento in cui la wedding industry si trova in maggiore difficoltà».
Per ora i 50mila operatori economici della filiera non riescono a vedere la luce alla fine del tunnel e per questo motivo è diventato urgente gestire le questioni contrattuali dell’organizzazione delle nozze. A questo proposito, l’avvocato Michela Tombolini (https://michelatombolini.it/) spiega: «L’incertezza rende indispensabile inserire due clausole nei contratti con i fornitori della filiera wedding per disciplinare in primo luogo la forza maggiore e quindi l’emergenza sanitaria, e in secondo luogo il cambiamento di data e quindi le sorti delle caparre versate». Operativa nel settore wedding dal 2014, l’avvocato Tombolini offre consulenza contrattuale (il costo si aggira sui 600-800 euro) ai futuri sposi, ai proprietari delle location, alle wedding planner, ai flower designers, ai fotografi e ai musicisti, ovvero a tutti i fornitori della filiera wedding.
Farian Sabahi