E’ TEMPO DI COSTRUTTORI


Le belle, semplici, efficaci parole del presidente Mattarella riferite alla questione politica nazionale si possono adattare anche a quella locale.
Si è detto e scritto molto sulla possibilità di raccogliere rappresentanze sociali che non si sentono adeguatamente riconosciute negli attuali schieramenti politici presenti nella nostra città.
E che potessero essere le basi su cui costruire un nuovo progetto per le prossime elezioni amministrative.
Si è anche detto e scritto che queste rappresentanze avrebbero potuto generare un’attrazione in grado di coagulare in un insieme diverse componenti sociali di estrazione culturale anche molto diversa, che però
non avrebbero avuto difficoltà ad avere visioni ampie, aperte ma comuni , utili per la nostra città.

C’e’ anche chi si è accreditato questa capacità , il sindaco Coletta, che si è imposto in modo indiscutibile come condottiero di un indefinito Campo Largo che al momento è più o meno la stessa compagine che lo ha già sostenuto nella precedente elezione.
Ma anche altre figure di un certo rilievo della città si sono proposte come colei, colui, che si individua come riferimento per unire queste diverse rappresentanze.
Io stesso ho parlato di un triumvirato, al momento appello rimasto inascoltato.
Ai miei occhi di osservatore appassionato risulta però che questo spazio, quello che dovrebbe essere la casa del nuovo riformismo ,la casa dei moderati, degli innovatori e dei progressisti, è uno spazio virtuale nel
senso che è soprattutto immaginato e non creato.
Ognuno degli stakeholders che si dice interessato lo immagina secondo il proprio operato, secondo le proprie ambizioni e secondo la propria dimensione.
Direi con chiarezza che più che la volontà di generare questo spazio, che è anche un’operazione politica di alto profilo, esiste la velleità, quella si, di sentirsi gli unici di saperlo e poterlo interpretare.
Si coglie bene l’arrivo della corsa , ma non il percorso di crescita e confronto comune.
Si coglie il “Io Sono” e non il “Noi Siamo”, dove il Noi è un vero insieme di personalità di spicco, diversità e di ricchezze multiple.
Non c’e’ quell’umiltà( e nemmeno l’entusiasmo, la convinzione vera) necessaria per scoprire i tanti punti di unione che potrebbero esistere e più che essere inclusivi si punta ad un elegiaca esclusività.
E senza la capacità di saper includere, ma sviluppando soprattutto quella di dettagliare i limiti di chi dovrebbe essere alleato alla pari , nessuno spazio si potrà creare ne qui ne altrove.
Manca sopratutto la vera passione.
Ho sempre pensato e praticato la diversità e se mi trovo insieme a tre persone con le quali la pensiamo esattamente allo stesso modo e che tutti faremmo la stessa cosa allo stesso modo, be’ ecco la cosa mi sa di
sbagliato, oltre che noiosa.
Saper includere è difficile ed è facile credersi di saperlo fare ma il più delle volte si intende che si è aperti a permettere che l’altro, l’includibile, si possa adattare alla nostra visione delle cose.
E questo non è inclusione, questo somiglia più ad un assoggettamento e non funziona.
Pertanto al momento l’ambizione di voler creare questa area politica, sociale, economica, che potrebbe essere una risposta davvero importante e positiva per la città di Latina, è soltanto l’aspirazione di singole persone , più o meno sostenute da consenso ma nei fatti non interessate a fare davvero lo sforzo di credere che tutti sono indispensabili e nessuno lo è a prescindere dal comandante.
Non sarà una visione da leader unico, unica, ad essere la risposta adatta per il futuro della nostra città.

Agostino Mastrogiacomo
Presidente Acliterra di Latina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *