BARRIERA CORALLINA, E’ DI NUOVO IL BOOM RIPRODUTTIVO
Nei primi giorni di dicembre si è rinnovato il più grande spettacolo riproduttivo del mondo, nella Grande Barriera Corallina settentrionale d’Australia. I coralli hanno rilasciato miliardi di ovuli e sperma nell’oceano, in un atto sincronizzato per la riproduzione della specie. Un fenomeno naturale di straordinaria bellezza, spesso descritto come “una tempesta di neve sottomarina”, che si verifica solo per poche notti all’anno e solo poche centinaia di fortunati subacquei sono in grado di assistere a questo spettacolo surreale, che celebra la nuova vita della Grande Barriera Corallina.
Quest’anno però il fenomeno è stato trasmesso con eccezionali riprese ravvicinate nelle serate di venerdì 4 e domenica 6 dicembre, con una squadra di subacquei e scienziati, in programmi della Tv nazionale Abc. David Wachenfeld, scienziato capo del Great Barrier Reef Marine Park Authority (GBRMPA), ha spiegato che la deposizione delle uova dei coralli è l’evento annuale più importante per il processo di ripristino della barriera corallina.
La deposizione delle uova avviene generalmente due o sei giorni dopo la luna piena, quando la temperatura dell’acqua ha superato i 27° per almeno un mese. Richiede un piccolo movimento di marea e si verifica di notte, quando i mangiatori di plancton dormono, dando ai fasci di uova e spermatozoi una maggiore possibilità di fecondazione e sopravvivenza. “Il 75% dei coralli sono ermafroditi. Ciò significa che i polipi sono sia maschi che femmine. Questi coralli si riproducono dall’esterno e generano sia lo sperma che l’uovo, che vengono contemporaneamente rilasciati nell’acqua durante l’annuale deposizione delle uova dei coralli”, ha spiegato Gareth Phillips, Biologo Marino del Reef Teach di Cairns, aggiungendo: “Le uova e i fasci di sperma risalgono lentamente in superficie, dove formano un denso manto marrone, dando così inizio al processo di fecondazione”. “Anno dopo anno, questo dimostra che, nonostante le gravi pressione sulla barriera corallina dovute al cambiamento climatico e all’inquinamento, c’è ancora speranza per il futuro della sua specie. Dobbiamo, però, agire adesso. Abbiamo bisogno delle migliori misure globali possibili per ridurre al minimo le emissioni di gas serra”, ha affermato lo scienziato David Wachenfeld.
Redazione ANSA SYDNEY