L’insostenibilità delle protezioni anti-covid che affliggono le coste e i mari

GENOVA, 23 NOV – L’inquinamento delle coste e del mare causato dall’abbandono dei dispositivi di protezione anti-covid sarà al centro di ‘Guardiani della Costa’, il progetto nazionale di educazione ambientale promosso da Costa Crociere Foundation, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e il sostegno della Guardia Costiera, rivolto a studenti e docenti delle scuole primarie e secondarie italiane. Aperte sino al 30 novembre le iscrizioni al progetto, che offrirà gratuitamente risorse digitali create appositamente da un team di biologi marini ed esperti di tecnologie sui temi della biodiversità nel Mediterraneo, del cambiamento climatico e dell’inquinamento marino.

Lo scopo è di sensibilizzare alunni ed insegnanti sull’unicità, bellezza e fragilità del patrimonio naturalistico delle coste italiane, oltre ad aumentare la consapevolezza sui problemi derivanti dall’aumento dei rifiuti, in particolare plastici. Inoltre, gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado saranno coinvolti attivamente in un progetto di ‘citizen science’ (scienza realizzata e condivisa dai cittadini): adottando un tratto di costa del loro territorio, se ne prenderanno cura e, con l’ausilio di una ‘app’ appositamente creata, raccoglieranno dati ambientali applicando i protocolli di monitoraggio predisposti dal team scientifico, al fine di ottenere una ‘fotografia ambientale’ aggiornata e confrontabile nel tempo delle coste del nostro paese.

“Il valore aggiunto di questo progetto è la capacità di creare un legame diretto con le comunità locali, coinvolgendo in primo luogo i cittadini più giovani”, commenta il segretario generale di Costa Crociere Foundation Davide Triacca. “La pandemia covid-19 ha generato, tra i suoi tanti effetti, anche il problema dell’enorme quantità di dispositivi monouso per la protezione personale come nuova categoria di rifiuti. – ricorda il direttore del dipartimento ENEA di Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali Roberto Morabito – L’impatto sul mare è già evidente, con la comparsa di mascherine facciali e guanti non biodegradabili tra i rifiuti dispersi sulle spiagge o scaricati in mare attraverso i fiumi”. (ANSA).

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