NICOLA TAVOLETTA: SHAW, NOBEL E LA COMPLESSITA’
Il 18 novembre 1925 lo scrittore e critico musicale irlandese George Bernard Shaw ebbe come riconoscimento il premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: «per il suo lavoro intriso di idealismo ed umanità, la cui satira stimolante è spesso infusa di una poetica di singolare bellezza.»
Il Nostro irlandese ve lo ricordo per due ricordi di originalità: il primo è che è stato il primo uomo a vincere sia il Nobel che l’Oscar, lo ebbe per la sceneggiatura de “Il Pigmalione” nel 1933, dopo di lui solo Bob Dylan, la seconda per una frase pronunciata proprio in quel 18 novembre 1925 durante la premiazione a Stoccolma.
George Bernard Shaw, ritirò il premio simbolico, ma non quello in denaro, affermando: << posso perdonare Alfred Nobel per aver inventato la dinamite, ma non per aver inventato il Premio Nobel. >>
E’ una frase ironica straordinaria sulla quale proporrei più riflessioni e che inevitabilmente richiama la figura di Alfred Nobel.
Nacque in Svezia, cresciuto e formatosi a San Pietroburgo, poi girò l’Europa, esercitando la professione di chimico , quindi imprenditore di successo con i suoi 360 brevetti.
Tra le sue invenzioni la dinamite e detonatori vari.
Nobel visse la seconda parte della sua vita tormentato dai risvolti bellici del suo “pacco esplosivo” e le sue ricchezze le impiegò in attività filantropiche e nella realizzazione di un premio che finanziasse i virtuosi della scienza e della cultura per il bene dell’Umanità.
Lo sapete quale fu il momento che maggiormente provocò in lui un vero tormento?
Morì il fratello e un giornale di Cannes, città nella quale aveva una dimora, per errore confuse le persone e pubblicò la notizia della sua morte e nel necrologio trovò una breve biografia della sua vita. Il testo si concentrava sulle innumerevoli morti causate dalla dinamite.
Nobel cercò un riscatto per non essere veramente ricordato così dai posteri.
Probabilmente cercò il perdono, oppure un appagamento, un consenso, forse un pentimento sincero, molto probabilmente un pentimento sincero.
La frase di Shaw fu perfida oppure lo riscattò?
Ebbe un giudizio durissimo oppure gli riconobbe benevolenza?
Sappiate che Shaw stimava Stalin, che governava con violenza terribile.
Shaw era un uomo di grande intelligenza, raffinato nell’intelletto, ma un cinico.
In questo incontro in una frase, tra queste due straordinarie figure, riconosco la complessità della vitalità umana.
La realtà è sempre complessa e non riesco a più a seguire le esemplificazioni del messaggio politico e culturale oggi prevalente, probabilmente se abbiamo oggi un disorientamento sociale è dovuto proprio alla fuga dalle complessità, viste come difficoltà per l’appagamento del desiderio di immediatezza e non come opportunità.
Come fai a pensare di risolvere il confronto con la Cina chiudendo un mercato oppure come pensi di bloccare milioni di persone in movimento con un muro?
Su Shaw e Nobel vi propongo una riflessione, anche perchè, evidentemente, ci tenevano a dirci qualcosa, si sono poste il problema di volerci dire qualcosa.
La libertà significa responsabilità. È per questo che la maggior parte degli uomini la temono; firmato George Bernard Shaw.
Indipendenza? Questa è una bestemmia della classe media. Siamo tutti dipendenti l’uno dall’altro; così disse Shaw.
Comunque un botta e risposta per finire ve lo regalo.
George Bernard Shaw a Winston Churchill: le ho riservato due biglietti per la prima del mio Pigmalione. Porti un amico. Se ne ha uno.
Risposta di Winston Churchill a George Bernard Shaw: Non posso venire alla prima. Verrò alla seconda. Se ci sarà.
Nicola Tavoletta