CONSULTA: ‘SUI PIANI PAESAGGISTICI, LE REGIONI DEVONO SEMPRE COINVOLGERE IL MIBACT’
Annullato il piano paesaggistico della Regione Lazio – ‘Serve
confronto con lo Stato’
Le Regioni non possono adottare un piano paesaggistico, senza essersi prima confrontate con lo Stato centrale e, in modo particolare, con il
ministero per i Beni culturali e il Turismo. A specificarlo è la Corte
Costituzionale, con una sentenza depositata oggi al palazzo della
Consulta. E a ‘farne le spese’ è il piano paesaggistico approvato lo
scorso anno dalla Regione Lazio, che viene così annullato dai custodi
della Costituzione.
Infatti, sottolineano i giudici costituzionali nella sentenza di cui è
relatrice Daria de Pretis, “nella pianificazione paesaggistica, le
Regioni non possono fare da sole ma devono coinvolgere il Mibact”. In
particolare, ribadiscono, “nel procedimento di formazione del piano
regionale, è necessario un confronto costante, paritario e leale tra
Regione e Stato, in funzione di un’intesa di carattere generale che
assicuri una tutela unitaria del paesaggio”.
La sentenza della Consulta annulla dunque il Piano
paesaggistico adottato il 2 agosto del 2019 dalla Regione Lazio e
tutti gli atti conseguenziali, in quanto “il Consiglio regionale del
Lazio, dopo aver raggiunto un’intesa con il Mibact sulla proposta di
piano adottata dalla Giunta regionale l’8 marzo del 2016, con proposta
di delibera consiliare del 10 marzo, aveva unilateralmente approvato
il piano paesaggistico regionale, senza il coinvolgimento del
ministero dei Beni culturali e del Turismo”; delibera impugnata dal
Governo.
La condotta della Regione Lazio è stata ritenuta dalla Corte
Costituzionale “in contrasto con il principio della leale
collaborazione”. Anche nel procedimento di pianificazione
paesaggistica, osserva la Consulta, “deve essere raggiunta una intesa
di carattere generale, per assicurare l’unitarietà del valore della
tutela paesaggistica, al di là dei singoli beni per i quali è previsto
l’obbligo di pianificazione congiunta. L’approvazione del piano da
parte della Regione senza un accordo con il Ministero viola, quindi,
il principio di leale collaborazione, oltre che il Codice dei beni
culturali e del paesaggio”.