AIUTI IN CONCRETO PER LE AZIENDE ITALIANE
In Italia il tessuto produttivo è composto in larga parte da piccole e medie aziende, ovvero quelle dove il numero dei dipendenti è fino a 250 .
Ma il 92 % delle aziende italiane è composta da micro imprese, ovvero con un numero di dipendenti inferiore ai 10.
Sono prevalentemente imprese ,a carattere anche cooperativo, dei servizi, artigiane e del commercio sia piccole aziende del comparto agricolo.
Nella nostra provincia questo rapporto, pur con delle sostanziali differenze che riguardano soprattutto il settore dell’agricoltura, è sostanzialmente rispettato e più esattamente nel comune di Latina si rappresenta
come piuttosto aderente a quello nazionale.
La maggior parte del lavoro e quindi delle aziende del nostro comune , è espresso dai servizi, dal commercio, dall’industria e dall’artigianato.
Residuale è quello dell’agricoltura e ciò che colpisce è che al momento il settore del turismo è ,nel suo insieme dell’offerta economica, abbastanza limitato.
Tutti i settori , ma prevalentemente e direttamente proprio questi due, godrebbero certamente di una migliore viabilità di reti modali sia tradizionali, come la viabilità stradale e marittima, sia di quelle legate a
modalità di trasmissione regolate dal web.
E questo è un fatto indiscutibile, anche se c’è chi discute se è opportuno.
Analizzando invece come sono composte le aziende in Italia ed in particolare nel nostro comune, va detto con chiarezza che ogni azienda vive aggrappata ad un debito.
Le voci di questo debito sono rappresentate in buona parte da esposizioni bancarie e verso lo stato.
Queste esposizioni ,in condizioni di normalità, vengono onorate periodicamente se non intervengono condizioni di criticità che interrompono i flussi economici necessari al buon funzionamento dell’azienda stessa, al suo mantenimento.
Quando intervengono queste criticità si procede con gli strumenti previsti dalle leggi preposte al riguardo, tra le quali l’istituto e le regole del fallimento che determina la fine dell’azienda stessa e che, nel caso di
micro imprese, vuol dire quasi sempre senza la possibile trasformazione in altra azienda.
Tutto questo serve a non interrompere la filiera del denaro e dei pagamenti di tutto il mondo economico interconnesso , affinchè tra tutte le forniture in input e tutte quelle terminali in output non vi sia un “point
break” che potrebbe generare un crollo di sistema che sarebbe molto difficile da arginare.
Insomma verrebbe giù tutto, compreso il mantenimento dei servizi resi dallo stato al singolo cittadino.
Cosa prevede l’ordinamento giuridico in caso di pandemia che incide pesantemente, in modo serio e grave, su questi delicati equilibri?
Nulla di preciso, è rimandato a provvedimenti governativi che debbono però rispettare i limiti del dettato costituzionale.
E visto che la nostra è una repubblica fondata sul LAVORO, tutti i provvedimenti che vanno verso la tutela e l’incentivazione di questo sono ben accetti dalla legge.
Io credo quindi che sia possibile valutare una moratoria per le micro, piccole e medie aziende che riguardi le esposizioni bancarie ed i debiti verso lo stato.
I parlamentari dei territori dovrebbero anzitutto premere fortemente per ottenere dal governo e in tempi RAPIDI , proprio questo.
E un accordo tra banche e territori , tra enti locali ed aziende è possibile, come servirebbe tanto e presto alle micro ,piccole e medie aziende della nostra città, della nostra provincia.
Che sarebbero poi pronte a rilanciarsi in attesa che tutto possa riassestarsi e migliorare.
Molto peggio sarebbe rimanere ognuno fermo sulla propria posizione: allora si che il sistema potrebbe andare al collasso sotto uno stress che non si può pensare di poter contenere.
Agostino Mastrogiacomo
presidente Acli Terra di Latina