La paura del lockdown Dr. ssa Alessia Micoli Psicologa Criminologa

Questo momento che stiamo vivendo, a causa dell’emergenza sanitaria della Sars Cov2, è psicologicamente molto più difficile del lockdown che ci ha visto coinvolti nel marzo 2020 a causa della paura, della rabbia e dell’ansia che sopraggiungono per via dell’aumento dei contagi e del
momento incerto al quale si sta andando incontro.
L’angoscia, la paura, il panico, l’ansia, il terrore, sono emozioni importanti per la nostra sopravvivenza ma che devono avere un inizio ed una fine tramite un’adeguata elaborazione psicologica.
Attualmente gli studenti sono soggetti a molte regole, all’interno della scuola (utilizzo di mascherine, banchi singoli, distanziamento sociale, liste per l’accesso al bagno) e vedono reprimere i loro rapporti con i pari, i loro interessi sportivi sono stati bloccati; gli adulti temono di perdere il
lavoro, si innervosiscono facilmente e mettono a repentaglio la propria relazione di coppia a causa di una tensione generalizzata; gli anziani, che devono avere il meno possibile contatti con il prossimo per prevenire ogni forma di contagio, si sentono sempre più soli dentro le proprie case.
Purtroppo l’emergenza della pandemia è sempre molto alta ed è sempre più forte il terrore di una nuova costrizione in casa a causa dell’istituzione di nuove zone rose; è un evento inatteso che potrebbe avere un’entità più severa del primo.
La maggior parte delle persone si sente impreparata e soprattutto impaurita del domani, del non avere più certezze.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito “pandemic fatigue” la sindrome da iper-stanchezza cronica correlata alla pandemia.
È molto difficile riuscire a gestire l’ansia, la paura e l’isolamento sociale per qualsiasi fascia d’età in quanto tutte le emozioni sono individuali in quanto ogni individuo ha una reazione a sé di fronte ad eventi traumatici, all’incertezza, alla costrizione del dover cambiare le proprie abitudini.
È importante riuscire a chiedere aiuto ad un professionista che possa dare un grosso input nella gestione e nella metabolizzazione di situazioni stressanti che rendono le attività poco funzionali.

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