COVID. COLDIRETTI LAZIO: AGRITURISMI A RISCHIO CHIUSURA, SUBITO AIUTI
(DIRE) Roma, 9 nov. – “Agriturismi fortemente penalizzati dalla
chiusura serale e delle restrizioni imposte dal Dpcm, che rendono
ancora piu’ difficile la faticosa ripartenza delle aziende dopo
il primo lockdown di primavera che ha azzerato le presenze dei
turisti in campagna. Molte aziende del Lazio non sono in grado di
sostenere le limitazioni previste per far fronte alla pandemia, a
causa del calo del fatturato registrato dal settore e delle spese
che gli agriturismi hanno dovuto sostenere per rispettare le
normative antiCovid in merito alle sanificazioni degli ambienti e
all’adeguamento degli spazi”. E’ quanto si legge in una nota di
Coldiretti Lazio.
Le attivita’ di ristorazione sono consentite solo dalle ore 5
alle 18 e questo ha gia’ determinato un calo del 50 per cento
delle presenze, anche se permane la possibilita’ della consegna a
domicilio e la ristorazione con asporto fino alle 22. “Quello che
non si prende in considerazione- dice Cristina Scappaticci, gia’
responsabile di Terranostra Lazio, ora nella Giunta esecutiva, e
a capo di un’azienda agricola ad Arpino- e’ che la maggior parte
degli agriturismi si trova lontano dai centri urbani e la pausa
pranzo non e’ sufficiente a coprire i costi. Stiamo lavorando
molto per incrementare le consegne a domicilio, in cui
registriamo una crescita della domanda. Questo ci consente di
continuare a diffondere la cultura dei nostri territori e di
tramandare le ricette tipiche locali portandole direttamente
nelle case dei nostri clienti”.
Nel Lazio sono circa 1300 gli agriturismi e 15mila i posti
letto. Strutture che durante il lockdown, continua la nota della
Coldiretti- sono rimaste chiuse a causa delle restrizioni imposte
per contenere i contagi, ma che hanno determinato un calo del
fatturato di oltre l’80 per cento. Una lievissima ripresa e’
stata registrata durante il periodo estivo, quando con la riresa
delle cerimoni, che erano state bloccate. Le strutture hanno
avuto un leggero aumento presenze solo ad agosto, che comunque
non e’ andato oltre il 10 per cento, grazie alle prenotazioni di
soggiorni prolungati di tre o quattro giorni e ad una maggiore
affluenza di turisti italiani. Netto calo dei turisti stranieri,
con presenze quasi azzerate, che per alcune strutture
rappresentano la maggioranza degli ospiti degli agriturismi.
– “Le prenotazioni sono nuovamente diminuite-
conclude Scappaticci- in maniera drastica, soprattutto nelle
ultime due settimane. Pesa l’assenza di cerimoni e la
possibilita’ di andare a cena fuori. A pranzo le prenotazioni
sono in calo anche nel fine settimana, oltre che nei giorni
lavoratici, anche a causa del potenziamento dello smart working
che taglia i clienti. Una situazione che rischia di mettere in
ginocchio migliaia di aziende, che a fatica stanno cercando di
risollevarsi dal crollo del fatturato determinato dal primo
lockdown. Numerose sono state le spese che anche gli agriturismi
hanno dovuto affrontare per mettersi in regola con le nuove
normative anticovid, creare nuovi spazi e procedere alle
sanificazioni”.
Servono dunque interventi urgenti, continua la nota. “Siamo
davanti ad una situazione di emergenza- spiega il presidente di
Coldiretti Lazio, David Granieri- e non possiamo permetterci di
aggravare ulteriormente questa crisi a causa delle lentezze della
burocrazia. Le aziende hanno necessita’ di aiuti e ristori
immediati per continuare a mantenere aperte le proprie attivita’,
che rappresentano un modello di turismo sostenibile grazie ai
primati nazionali sul piano ambientale ed enogastronomico.La
posizione degli agriturismi, poi, spesso situati in zone isolate
della campagna e in strutture familiari, con un numero contenuto
di posti letto e a tavola, ma anche ampi spazi all’aperto,
rappresentano luoghi sicuri in cui e’ piu’ facile garantire il
rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio”.