ORSO. WWF: L’80% MUORE A CAUSA DELL’UOMO, E LAZIO AUMENTA CACCIATORI
(DIRE) Roma, 22 ott. – Il futuro dell’orso bruno marsicano,
sottospecie endemica dell’Appennino, e’ ancora appeso a un filo:
gli appena 50-55 individui rimasti, inseriti dall’IUCN nella
categoria “in pericolo critico di estinzione”, sono infatti
minacciati da tassi di mortalita’ ancora troppo elevati, che
limitano l’espansione in nuovi territori idonei. L’espansione
spaziale della popolazione di orso e’ indispensabile per
allontanarla dal rischio estinzione, ancora oggi attuale
nonostante gli sforzi di conservazione del Parco Nazionale
d’Abruzzo, Lazio e Molise, del PN della Majella, delle Regioni,
del WWF e delle altre associazioni.
Dal 1970 ad oggi sono stati126 gli orsi rinvenuti morti. La
causa di morte e’ rimasta ignota in 39 casi, pari al 31 % del
totale, mentre e’ stato possibile accertarla in 87 casi, pari al
69% del totale. Per l’80% di questi, la causa di morte e’ stata,
direttamente o indirettamente, l’uomo.
In 42 casi la causa di morte e’ stata il bracconaggio (con
arma da fuoco, avvelenamento o laccio), fortunatamente in netto
calo negli ultimi anni, mentre in 19 casi gli orsi sono stati
vittima di investimento lungo strade o ferrovie, che insieme alla
presenza di aree intensamente coltivate contribuiscono alla
frammentazione ambientale, sfavorendo il movimento dei giovani
orsi (in particolare delle femmine) verso nuove aree idonee da
colonizzare. Addirittura, ben 5 orsi (2 femmine e 3 cuccioli)
negli ultimi 10 anni sono morti annegati in una singola vasca per
la raccolta dell’acqua piovana in alta quota. Da addebitare
all’uomo e’ anche il rischio di trasmissione di patologie tra il
bestiame domestico e l’orso (tubercolosi bovina in primis) e tra
i cani e l’orso (cimurro, parvovirus, adenovirus).
Ma ora un’altra minaccia mette
ulteriormente a rischio la conservazione del plantigrado: la
Regione Lazio ha recentemente approvato, con determina
dirigenziale n. G08711 del 22.07.2020, l’istruttoria per la
proposta ridurre l’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo,
Lazio e Molise di oltre trecento ettari, che rischiano di
diventare 800 se verranno accolte ulteriori richieste di alcuni
comuni, e per di piu’ con la recente norma regionale n. 1 del 27
febbraio 2020, ha esteso anche ai cacciatori non residenti nei
comuni del Parco il diritto di caccia nell’Area contigua, in
palese conflitto con la Legge quadro n. 394/91 sulle aree
protette. Tali delibere aumentano il rischio di uccisioni
accidentali, e per questo verranno impugnate dal WWF e numerose
altre associazioni.
Riduzione della mortalita’ accidentale di origine antropica,
incremento numerico della popolazione, espansione dell’areale
nell’Appennino centro-meridionale. Questi i tre macro- obiettivi
necessari a salvare l’orso bruno marsicano dall’estinzione.
Per farlo e’ necessario creare corridoi sicuri di espansione,
far lavorare sempre piu’ insieme le aree protette e le
istituzioni interessate, e poi regolamentare in modo piu’
stringente attivita’ venatoria, mettere in sicurezza strade e
autostrade, regolare il pascolo brado, migliorare la coesistenza
tra il plantigrado e le attivita’ economiche come la pastorizia,
sconfiggere il bracconaggio e ridurre le fonti alimentari che
sono alla base delle incursioni dell’orso in aree abitate, e
dunque dell’inasprimento dei potenziali conflitti tra l’uomo e
l’orso.
Azioni che il WWF gia’ promuove e porta avanti da anni, cosi’
come da tanti altri enti impegnati nella conservazione dell’orso,
assieme ad azioni sensibilizzazione e informazione, rilanciate
grazie al progetto “Orso 2X50”, avviato nell’aprile 2019 con
l’ambizioso obiettivo di raddoppiare la esigua popolazione di
orso bruno marsicano entro il 2050, dai 50 attuali ad almeno 100
individui. Molte delle azioni di conservazione sono state
sperimentate, e vengono tuttora implementate nell’Oasi WWF
Riserva Regionale Gole del Sagittario, un importante corridoio
ecologico di connessione tra l’areale centrale della specie e
altre aree appenniniche ad elevata idoneita’ per l’orso.
“Gli orsi necessitano di grandi spazi, di
aree di alimentazione tranquille e diffuse sul territorio, di
aree idonee per la riproduzione e lo svernamento. Per questi
motivi, solo un approccio complessivo puo’ incrementare le
probabilita’ di sopravvivenza dell’orso bruno marsicano- spiega
il direttore scientifico del WWF Italia, Marco Galaverni-. Ecco
perche’ il WWF e’ impegnato da anni in attivita’ concrete sul
territorio (messa in sicurezza di strade e vie di comunicazione,
supporto ad allevatori e apicoltori tramite misure di prevenzione
dei danni, dialogo costruttivo con le Istituzioni interessate,
etc.). Di recente il WWF e’ impegnato anche nel progetto
transnazionale ARCPROM-Bentornato Orso gentile (nell’ambito del
progetto LIFE18 NAT/GR/000768) per favorire la convivenza tra
uomo e orso nel Parco della Majella e nelle aree protette in
Grecia dove il plantigrado vive. Le stime dell’ultimo rapporto
orso curato dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sono
incoraggianti: il numero di femmine con cuccioli negli ultimi
anni e’ stato in costante crescita, segno che questa sfida si
puo’ vincere tutti insieme”.
Ognuno di noi e’ responsabile della conservazione di specie
cruciali per il futuro della biodiversita’ italiana e puo’ fare
la sua parte sostenendo progetti e azioni di conservazione e
scegliendo di compiere le azioni giuste.
Tra queste, visitare le aree protette dove vive l’orso,
aiutando cosi’ l’economia locale, ma e’ sempre importante:
rispettare i regolamenti vigenti; restare sui sentieri segnati;
moderare la velocita’ in auto; evitare le aree di presenza di
femmine con piccoli nei periodi piu’ delicati; tenere il cane al
guinzaglio; non lasciare mai fonti di cibo o rifiuti a
disposizione dell’orso.
Altra scelta importante e’ sostenere i produttori locali,
acquistando prodotti a base di latte ovino o di miele. Se ci si
imbatte in segni di presenza di orsi fuori dalle aree protette,
come orme o “fatte”, e’ importante segnalarli ai Carabinieri
Forestali o al WWF, mentre se si ha la fortuna di incontrare un
orso si deve mantenere la calma e seguire le indicazioni di
questa scheda.
La presenza di orsi sul nostro territorio, come quella di
altri animali ai vertici delle catene alimentari, consente di
conservare gli equilibri degli ecosistemi, da cui dipende la
nostra stessa sopravvivenza.