Trattare l’ansia

Stiamo vivendo un periodo in cui lo stress, la quotidianità, il lavoro, la scuola generano uno stato molto difficile da sopportare: l’ansia.

Attualmente non esiste una linea di demarcazione in cui l’ansia assume delle caratteristiche patologiche, vi sono vari tipi di ansia: l’ansia fluttuante, l’ansia endogena, l’ansia generalizzata.

L’ansia è uno stato disfunzionale che crea moltissimi problemi e molte volte, quando arriva ad essere invalidante richiede un trattamento psicologico.

I principali sintomi dell’ansia sono: facile affaticabilità, irrequietezza, sudorazione delle mani, difficoltà nel dormire, tensione muscolare, tensione generalizzata, tremori, sudorazione eccessiva.

Secondo la classificazione del DSM V, Manuale diagnostico per i disturbi psichiatrici, per effettuare una diagnosi di ansia vi devono essere almeno sei sintomi dei diciotto: tremori, mioclonie o sensazioni di instabilità, tensione muscolare, dolore, irrequietezza, facile affaticabilità, dispnea o sensazione di soffocamento, palpitazioni o frequenza cardiaca accelerata, sudorazione o mani fredde o umide, secchezza delle fauci, vertigini o sensazioni di testa vuota, nausea, vomito diarrea, disturbi addominali, vampate di calore, minzione frequente, difficoltà a deglutire, sentirsi sovraeccitato, riflesso del trasalimento esagerato, difficoltà di concentrazione, sensazione di vuoto, insonnia, irritabilità.

Quando una persona ansiosa chiede aiuto ad uno psicologo, il professionista deve avere la capacità di poter decidere di quale tipo di ansia si tratti e soprattutto quale sia l’intervento più adeguato.

Anche la tecnica psicologica centrata sull’ascolto è un momento molto importante ma è fondamentale attivare un percorso in cui la persona ansiosa deve tirar fuori le proprie preoccupazioni, metabolizzare le dinamiche disfunzionali e creare delle strategie efficaci per fra fronte a quegli stati fastidiosi e negativi.

Dr. ssa Alessia Micoli

Psicologa Criminologa

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