La linea della moda italiana stile Gucci
Ha scatenato una vera e propria bagarre la presentazione della linee di moda Gucci nelle ultime sfilate. Uomini efebici con borse al seguito, gambe scoperte e dal volto ieratico in abiti che hanno poco di maschile, nel senso classico del termine e che sono anche, o sembrano così, parecchio scomodi da indossare. Con la modella armena Armine, dal volto che pare estratto da un vaso acheo o da un geroglifico di qualche migliaio di anni prima di Cristo. Commenti pesanti, indignazione, disgusto, riso gradasso sono state le maggiori esternazioni che il pubblico ha espresso nelle varie modalità social, visto che oggi ( ed è magnifico) il consumatore è a contatto diretto con chi produce ed immette prodotti sul mercato al dettaglio. Anche se quello stile di moda maschile Gucci non avrà un immediato seguito cosa vuol dire la nostra blasonata maisone (diretta ancora una volta da un artista Italiano di personalità : Alessandro Michele) con questa sua proposta dirompente ed in qualche modo dilaniante? Che lo si voglia o no la moda è in grado di veicolare alcuni messaggi di grande rilevanza sociale compreso il grado di appartenenza sociale. Siamo abituati a riconoscere e riconoscerci anche attraverso le mise, i vestimenti, il dressage che ognuno di noi indossa a secondo delle circostanze . Quello che fanno gli stilisti di moda è , oltre alla scelta dei materiali e di ogni tecnica di design e di sartoria, di proporre uno stile che viene da loro( in diverso modo) ritenuto adeguato ai tempi. Ed è sempre un modo per rompere con i modelli precedenti, a volte recuperando in piccola parte stili e mode già visti in precedenza. Magari non cambia il messaggio: riflette sempre un’appartenenza culturale di ceto, di status o di etnia e credo religioso. Ma di certo cambia la modalità espressiva. E la linea Gucci è l’effetto di una serie di contrasti, forti, che stanno determinando questa nuova epoca e che sono il portato di semi culturali impollinati da anni e che dopo aver germinato ora stanno diventando pianta.
Volenti o nolenti la questione dei diritti civili e del riconoscimento delle minoranze sociali diventerà cruciale e nessuno potrà arrestarla.
Volenti o nolenti le questioni razziali andranno a risoluzione.
Volenti o nolenti l’integrazione sarà il temo del futuro prossimo, come lo è già da ora.
Volenti o nolenti i temi ambientali non solo eludibili da nessuno. Volenti o nolenti la povertà diventerà un tema centrale.
Volenti o nolenti noi siamo parte del mondo, non siamo tutto il mondo.
In più le contraddizioni tra stato, società e religione , che in alcune aree del mondo sono esplodenti, non resteranno fuori a lungo dall’interesse delle arti. E l’insicurezza che determina tutto questo non può non essere percepita da chi questi temi li studia per definirli attraverso la comunicazione insita nella propria “collezione”. Questo esprime la modella Armine, tanto contestata perché non bella in modo canonico. Anzi brutta, secondo questi riferimenti culturali. Ci dice, Gucci, che i modelli di comunicazione che stiamo usando per riferirci al mondo che cambia rapidissimo, non sono più idonei per dichiarare chi siamo, chi ci sentiamo di essere e non sono più utili a capire e comprendere chi comunica con noi. Usa il linguaggio dell’arte che si fa provocazione e drammatica chiave di lettura del futuro prossimo. Igor Strawinsky orchestrò La Sagra della Primavera nel 1913 a Parigi e fu uno dei più clamorosi ed enorme tra gli scandali generati dalle arti.
Egli voleva dire che la nuova musica tornava ancestrale, che le percussioni, la ritmica interpretavano meglio dei violini e degli archi il nuovo mondo che sarebbe stato dominato dal motore e dalla velocità e purtroppo dalle guerre. La risposta fu : Indignazione, rifiuto, schernimento, denigrazione di pubblico e critica. 30 anni dopo era talmente integrata , in un mondo decisamente più lento di oggi, che è diventata la colonna sonora di un film della Disney, uno dei più popolari della storia del cinema: Fantasia. Ma l’elenco di episodi in cui le arti hanno letto il futuro partendo dal presente, generando scandalo e rifiuto, è lungo e interessante. Non so se ci vestiremo mai come i modelli di Gucci ma so che questa scelta dirompente è il modo che ha l’artista di illustrare ed evidenziare le contraddizioni e le linearità dei grandi temi che riguardano tutti noi, la nostra interiorità e sensibilità , così come le nostre relazioni interpersonali e di società.
Agostino Mastrogiacomo
Chef di cucina.