ACLI LATINA: IL VALORE DELLE FERIE È NELLA CULTURA DEL LAVORO

Le Acli furono costituite a Roma proprio in questi giorni, dal 26 al 28 agosto 1944, e vorrei ricordare tale anniversario con una riflessione su una parte importante del lavoro: le ferie.
Vorrei ricordare questo diritto irrinunciabile affermato nei secoli con le battaglie sostenute con la sofferenza da lavoratrici e lavoratori e sancito dalla nostra Costituzione.
Si tratta di un diritto irrinunciabile del lavoratore, previsto, contestualmente a quello del riposo settimanale, dalla Legge Costituzionale all’art. 36, co. 3, al fine di consentire il reintegro delle energie psicofisiche spese dal lavoratore stesso nel corso dell’attività lavorativa (Tutela della salute. Diritto del lavoro). Con tale articolo, si riconosce l’irrinunciabilità delle ferie e si assicura un valore più ampio della tutela prevista in via generale (ex art. 2113 c.c.). Ricordo ciò perché negli ultimi decenni una tendenza della cultura del liberismo anglosassone ha mortificato nella sostanza tale diritto, cercando di introdurre i miti del business e del superlavoratore. Una tendenza che ha attaccato il vero benessere sociale e che ha contrasto gli stessi equilibri sociali, partendo da quelli familiari, ma anche da quelli personali. Il mio richiamo è anche per quel fenomeno dei lavoratori travestiti da partita Iva, oppure per gli stessi autonomi costretti a scadenze non logicamente regolate dallo Stato. Su questi temi il legislatore e la politica hanno un impegno che risale nella stessa fondazione della Repubblica Italiana e nella grande conquista dello Statuto dei Lavoratori. Questo tema rievoca, come già scritto, quello della salute dei lavoratori, che in questa fase storica va tutelata con ogni mezzo, oltre ogni logica della produttività . Oggi proviamo a spiegare, anche tra ombrelloni e chalet, che le ferie non sono solo una pausa sul calendario, ma un diritto sociale sancito e difeso dalla nostra storia politica , da una ampia Assemblea Costituente e dalle rappresentanze dei lavoratori. Proprio quei corpi che il referendum vorrebbe indebolire.

Nicola Tavoletta
Direttore ACLI Provinciali di Latina

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