Scrittore Sumero: io sto con i Sioux
In South Dakota alcune tribù di nativi americani si stanno organizzando con check point lungo la strada per impedire il passaggio a migliaia di bikers diretti ad un raduno motociclista. Le ragioni che spingono i Sioux a fare questo gesto sarebbero di “tutela” della propria tribù. I bikers, infatti, non amano rispettare le norme anti contagio per il coronavirus.
Il portavoce dei nativi americani ha avvertito che alla banda di bikers non sarebbe stato consentito di proseguire il viaggio verso lo Sturgis Motorcycle Rally. Gli indiani invocano il diritto a proteggersi, nel nome della prevenzione della diffusione del coronavirus. La decisione delle sette tribù che compongono la Nazione Sioux le ha costrette a un serrato confronto con funzionari federali e statali, che considerano illegale – e pericolosa – le decisione di impedire il passaggio dei bikers con dei veri e propri check point lungo la strada.
Una folla di motociclisti, comunque, si è già incontrata per l’inizio del raduno che durerà 10 giorni dal 14 agosto : molti di loro hanno un atteggiamento di sfida nei confronti delle restrizioni anti coronavirus, non tollerando che a causa della pandemia abbiano dovuto drasticamente cambiare il loro stile di vita. Una delle magliette in vendita al raduno ha tale slogan: “Screw COVID” (“fanculo al Covid”) “io vado al raduno di Sturgis”.
Il Governatore Kristi Noem, repubblicana, ha pubblicamente dato sostegno agli organizzatori del raduno di bikers, sostenendo che non è stata segnalata alcuna emergenza sanitaria e ha anche dichiarato che non è obbligatorio indossare la mascherina. Riporto questa storia per riflettere sulla atroce pulizia etnica perpetrata ai danni dei Nativi Americani, che nonostante tutto continuano ad amare la “terra sulla quale comminano” (citazione del Grande Capo Sioux Cavallo Pazzo) senza consumarla, dando ancora un insegnamento al grande (?) padre (?) bianco di Washington.
Terra sulla quale camminano non propria terra.
I bikers votano Trump?
Scrittore Sumero