TERRITORIO: LEGAMBIENTE SU DATI ISPRA, ‘SCONFORTANTE RECORD NEGATIVO ROMA’ = ‘Dati allucinanti vista la crisi del settore immobiliare e il saldo demografico negativo’

Roma, 22 lug. – (Adnkronos) – ”A Roma un altro sconfortante record
negativo sul consumo di suolo, con più di cento ettari divorati da
asfalto e cemento nell’ultimo anno, in una città che, poco per volta e
ininterrottamente si mangia il territorio. Dati ancor più allucinanti
se si pensa alla crisi del settore immobiliare e di fronte a un
continuo saldo demografico negativo”. Così Roberto Scacchi, presidente
di Legambiente Lazio, commenta i dati contenuti nel rapporto Ispra
presentato oggi.

“Responsabile della nuova galoppante edilizia – continua Scacchi – è
la logistica, non solo a Roma, con i suoi immensi hangar che nascono
in un batter d’occhio, impermeabilizzando interi quadranti verdi e
modificando il paesaggio con una velocità impressionante. Ma
responsabile è anche la politica urbanistica dell’amministrazione che,
con il suo assordante silenzio lo permette senza mettere un freno ai
nuovi diluvi di cemento, e senza alcun piano di rigenerazione per
sostituire l’edilizia industriale abbandonata da decenni e in grado di
deturpare, da sola, interi quadranti cittadini”.

(Adnkronos) – La causa del consumo di suolo record di Roma, sottolinea
Legambiente Lazio, sta infatti in centinaia di micro interventi
diffusi e in grandi interventi nei Municipi IX, XI e XV, come nei
quartieri di Colle Salario, Laurentina, Colle Prenestino e
Settecamini: i grandi interventi sono quasi esclusivamente
riconducibili alle strutture della logistica che, con enormi hangar di
velocissima costruzione, continua a dilagare.

”Mentre il Campidoglio discute della follia di costruire a Tor di
Valle in piena area di esondazione, un nuovo quartiere di uffici e uno
stadio, Roma viene riempita di nuovo cemento – conclude Scacchi – C’è
invece la necessità, per la sicurezza idrogeologica, di invertire il
trend, non solo fermando l’impermeabilizzazione ma anche facendo opere
di ‘desigillatura’ di superfici inutilmente lastricate, da restituire
a verde magari fruibile e di qualità: è così che si adatta il
territorio al clima che cambia e che si costruisce una capitale più
resiliente”. Presentato questa mattina, dal rapporto Ispra sul
consumo di suolo emerge un quadro da record negativo per Roma: durante
il 2019 nella capitale sono stati consumati 108 ettari di suolo, una
superficie pari a 200 campi da calcio, erano 91 nell’anno precedente;
più del doppio di Catania che con 48 ettari è la seconda grande città
tra quelle con più di 100 mila abitanti, e quasi come la somma di
tutti gli altri capoluoghi di regione (128 ettari consumati nei 19
capoluoghi di Regione Roma esclusa).

Analizzando la serie storica emerge un altro dato romano preoccupante:
dal 2012 a oggi, 515,67 ettari (pari a 1.000 campi da calcio) sono
stati artificializzati.

Su scala regionale, nel Lazio durante il 2019 sono 288 gli ettari
complessivi consumati, sui quali quelli romani hanno pesato per il 38%
del totale, concentrati diffusamente nella cintura metropolitana. Gli
altri comuni laziali ad aver consumato maggiormente il proprio suolo
sono Civita Castellana, Fara in Sabina, Fiumicino e Aprilia con
cambiamenti superiori ai 10 ettari

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(Fonte foto: ilfaroonline)

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