La Costituzione più bella del mondo

La Costituzione più bella del mondo.
Così è stata definita la nostra Costituzione.
Forse con un eccesso di nazionalismo ma è innegabile che la Costituzione Italiana è un caposaldo della nostra democrazia , anzi il caposaldo più solido ed imponente.
Inizia con un verso che tutti conosciamo: L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.
Una dichiarazione lapidaria, semplice ed inequivocabile.
Non ci sono deroghe in questo assunto:  nella nostra democrazia tutto si fonda sul lavoro.
E’ stata una cosa buona, anzi ottima.
Questo ha permesso che, in questa materia , ogni atto costitutivo, ogni questione legale, ogni indirizzo politico avessero una strada obbligata da percorrere: prima di tutto viene il lavoro.
Ho scritto al passato perché nel tempo questa difesa incrollabile è venuta meno e il lavoro non è stato possibile( voglio raccontarla  così per brevità) classificarlo più al primo posto. Sono state erose e depotenziate la prerogative che orientavano la nostra economia alla reazione ed al mantenimento di posti di lavoro.
L’ orientamento alla  finanza come strategia di sviluppo e l’economia derivante hanno man mano conquistato sempre maggiori quote di mercato, se posso dire così, fino a far diventare non primaria l’importanza e la necessità di continuare a generare condizioni sociali ed economiche che privilegiassero la creazione  costante di occasioni di lavoro.
La mancanza di rinnovamento del substrato che costituisce la nostra produzione economica, la diffidenza verso le innovazioni e la resistenza di consolidate rendite di posizione, spesso di minima rilevanza socio economica, sono alla base di questo arretramento.
Oggi  alcune istanze nuove non hanno perso questo lungo pelo ed i movimenti ambientalisti in realtà percorrono la stessa strada in pendio, verso il basso, preferendo di gran lunga il rifiuto al progresso, nella convinzione che nella sostanziale immobilità esiste la dignità, anzi la salvezza, della persona umana.
Ed ecco quello che io voglio, vorrei.
Vorrei che quell’aggiunta ,che è mancata in quel meraviglioso incipit della nostra costituzione, fosse apposta ora.
Vorrei una riforma costituzionale vera e potente.
Vorrei che si modifichi il primo verso in questo modo : L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro e che determina come primo obiettivo la dignità della persona umana senza distinzione di alcun genere.
Al primo articolo, non al terzo.
Sarebbe un gran modo di generare la fiducia del popolo verso le sue istituzioni che, inevitabilmente, dovrebbero per forza  ricambiare questa fiducia, impegnandosi in modo religioso e senza indugi per realizzare questo difficile ma esaltante compito.
Il compito di rendere la dignità a tutti, soprattutto  attraverso il lavoro ma non unicamente.
Prevalentemente, ma non unicamente, vuol dire che anche chi è impossibilitato a lavorare deve avere dignità sociale.
Anche chi è fuori dal mondo del lavoro per tutte le ragioni che hanno determinato questa condizione, compresa l’età della pensione.
E che lo stato, ma sopratutto la politica, senta questo obbligo prima di ogni altra cosa: generare occasioni di lavoro e non lasciare alcuno, alcuna, indietro mai.
In modo economicamente ed ambientalmente sostenibile ma obbligatoriamente, verso tutti i cittadini  senza se e senza ma.
Questo è un appello a tutta la politica italiana:  dedichiamo tempo e risorse per affrontare e risolvere i temi delle riforme , di quelle riforme che servono a dare saldezza al nostro popolo, che servono per dare sicurezze sociali e per accorciare  le distanze tra le persone ed i servizi che le istituzioni debbono rendere ai cittadini.
Non basta più definirsi favorevoli a fare le riforme necessarie a snellire, velocizzare, sviluppare e progredire il mondo della produzione e del lavoro in Italia: bisogno farle, queste riforme
Facciamo insieme, enti di terzo settore e governi della repubblica, una rivoluzione pacifica e produttiva: rimettiamo al centro la persona umana, le sue ambizioni, i suoi desideri, la sua crescita individuale e sociale per creare una società più soddisfatta di se, più umana e più solidale.
Non serve, non è più il momento, cercare di conservare un sistema che non funziona più come dovrebbe.
Miglioriamolo.

Il mondo migliore non casca dal cielo e non si trova dietro un porta.
Il mondo migliore si fa se lo facciamo migliore.
E dobbiamo farlo noi.

Agostino Mastrogiacomo
Presidente Acli Terra Latina

agooo

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