RISPOSTA DI NICOLA TAVOLETTA ALL’APPELLO SOCIALE.

Cara Alessandra e cari amici, ho letto tutte le vostre riflessioni e sento di voler partecipare con voi al confronto che avete aperto. Mi attrae l’idea di condividere con tutti voi un laboratorio creativo, dove le riflessioni e il confronto possano comporsi in formule per soluzioni per il benessere. Aderisco al Think Tank popolare, la nostra casa per le vacanze, per l’otium romano, dove fermarci a discutere in libertà. Mi piace ritrovare con voi quella pace dialettica che supera gli slogan primitivi della politica “social” per rimettere al centro la politica sociale. La pandemia sta convincendo sempre di più tutte le persone che i problemi sono complessi e le risposte inevitabilmente dovranno essere complesse e faticose, anche lente, e non più slogan semplici. Questo convincimento nobilita nuovamente la democrazia. Nel “giro di tavolo” dico la mia, magari immaginando tutti noi riuniti su quelle verande tipiche delle case al mare, mentre il tramonto colora intensamente il crepuscolo e i bicchieri ghiacciati sciolgono la nostra confidenza. I dibattiti si sono trasferiti, negli ultimi anni, dai luoghi fisici, magari piacevoli e rilassanti, come quello descritto, oppure piazze cittadine, coreografiche e ricche di tensione, al web. Il web che ha reso tutti tribuni, tuttologhi, critici o leoni da tastiera, influencer o possessori di pacchetti di “mi piace”, ma ha reso ognuno solo davanti alla propria frustrazione. La pandemia, poi, ci ha realmente costretti al web e quanto abbiamo bramato per quella serata in riva al mare, guardandoci negli occhi, per dire la nostra senza avere paura di essere “lenti”. Quel tramonto gustato con i presenti e non l’ennesima fotografia da inviare o da pubblicare, perdendo di vista l’essere protagonisti di uno “stato” reale. Il sapore del nostro Mojito è gusto riservato, particolare di un momento vissuto con i presenti, pochi presenti. Pensate: Ernest Hemingway ha fatto assaporare i suoi mojito a tutto il mondo per generazioni, solo con racconti e scrittura, dando un romantico aroma a quella menta “alcolizzata”. I selfie lo hanno solo annacquato con volgari emulazioni fino a trasformarlo in cicuta politica. Con questo non voglio negare la validità del web, ma proporvi di utilizzarlo adeguandolo alla nostra complessità. Vorrei contribuire a un Think Tank popolare che riporti il divertimento al posto della rabbia e la fantasia al posto della fotografia, che autenticamente affronti la complessità della socialità e la difficoltà della coerenza del ragionamento. Riportare la capacità di una continuità tra la idealita’ e la praticità oppure tra fede e comportamento. Questo sostituendo la schizofrenia della istantaneita’, che porta tutti a esporsi su tutto, valutando la velocità e non il giusto tempo, il Kairos, e ancor meno il contenuto. Rispondo all’appello di Alessandra e alle sollecitazioni di Maurizio, Gianni, Germano, Massimo e Francesco, volendo anche io unirmi al progetto di uno spazio di confronto. Una “piazza aperta” dove affermare un concetto chiaro: la democrazia si basa sui diritti circolari e la tutela degli stessi è il vero argine alla povertà. Un fuoco da accendere con le idealita’ per dare un approdo ai naviganti. Brindo al “Faro Sociale”, la nostra casa al mare dove costruire soluzioni mediando tra le idee.                                                                  Nicola Tavoletta.

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