Sociologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza: La solitudine dopo la DAD

La “campanella virtuale”, che ha segnato la fine dei collegamenti DAD per alunni, docenti e genitori, è suonata già da più di un mese.
Il fermento, che nasceva sin dalle prime ore del mattino, si è spento.
Questo, in taluni casi, ha generato un effetto solitudine tra bambini e ragazzi che hanno visto improvvisamente interrompere tutti quegli appuntamenti quotidiani che la DAD (Didattica a Distanza) concretizzava.
Numerose le richieste di aiuto, in tal senso, giunte al nostro Sportello Istituzionale Territoriale di Ascolto Minori.
In un talk show pubblico, dal titolo significativo, “Connessi, ma soli”? (Turkle 2012), ha sintetizzato i suoi studi sul modo in cui la tecnologia influenza e modella le relazioni interpersonali, portando importanti esempi sui giovani che preferiscono il texting (messaggiare) piuttosto che parlare.
Pratica questa molto diffusa anche tra gli adulti e che, in tanti casi, porta alla rottura delle più belle amicizie.
Sempre secondo Turkle le persone si stanno abituando ad accontentarsi sempre meno di relazioni interpersonali preferendo scambi di messaggistica a conversazioni vere e proprie.
Questa è una tesi sostenuta anche dallo Psicologo Antonio Lo Iacono, il quale, nel libro ” La Psicologia della Solitudine” scrive che la fobia della solitudine “ci fa accontentare di pseudo-amori, pseudo-conoscenze,  pseudo-esperienze” (Lo Iacono, 2003).
Proprio in linea con queste osservazioni, Turkle, nel libro “Insieme ma soli. Perché ci aspettiamo sempre più dalla tecnologia e meno dagli altri”, (Turkle 2012), fa notare che crescendo la fiducia nella tecnologia, diminuisce la fiducia in noi stessi e negli altri.
Secondo il celebre Sociologo Franco Ferrarotti nella odierna società dell’informazione non vi è solo un consumo ed una produzione di massa, ma anche una cultura di massa.
Ed è proprio questo che emerge frequentemente dai genitori che si rivolgono al nostro servizio.
È come se guardare il proprio cellulare doni ai minori d’età l’idea ed il tempo della propria vita.
Perché è attraverso questo dispositivo che tutto viene vissuto.
Basti pensare che proprio attraverso i tweet i teenager ritrovano il miglior modo per iniziare una relazione sentimentale oppure per interromperla.
I Social Network sono senza dubbio potenti e utili strumenti per gestire sia la propria rete sociale che la propria identità.
Ma tutto questo resta circoscritto in un mondo che difficilmente si può ritrovare vis a vis.
E dunque necessario è in primis il sostegno dei genitori, pilastri fondamentali per i figli, in secundis rivolgersi a figure professionali qualificate, Psicologi Psicoterapeuti, i quali possono sostenere i minori e la famiglia a superare i duri momenti di sconforto e solitudine.
Prestiamo attenzione a quei silenzi assordanti che quasi sempre celano un grandissimo trambusto emotivo psico-sociale.

Dott.ssa Monica Sansoni
Responsabile Territoriale Sportello Istituzionale Ascolto Minori e Famiglie.
Garante Infanzia e Adolescenza Regione Lazio.

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