ROMA: MAREVIVO CHIEDE COMMISSARIO STRAORDINARIO PER RISANAMENTO TEVERE

Dopo la ‘nuova terribile moria di pesci’ Roma, 9 lug. (Adnkronos) – “A distanza di poche settimane, una nuova  terribile moria di pesci nel Tevere”. Così Marevivo in una nota, dopo  l’evento registrato nei giorni scorsi, in cui annuncia che con i
Professori della Cattedra di Ecologia dell’Università Tor Vergata di
Roma è stato chiesto con urgenza al ministro dell’Ambiente Sergio
Costa e al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, “la
nomina di un Commissario Straordinario per il risanamento del Tevere”. “È ovvio che al Commissario straordinario – si legge – vanno  attribuiti tutti i poteri necessari per far fronte ad un’emergenza non più sostenibile. Questa nuova emergenza ci mostra solo la punta  dell’iceberg di un enorme problema che non solo coinvolge la vita del
fiume e del mare ma anche la salute umana dato che le acque vengono
usate per l’irrigazione agricola”. “La nostra azione continuerà – dice Rosalba Giugni, presidente di  Marevivo – con una richiesta di indagini alla Procura della Repubblica
di Roma per sapere lo stato attuale della depurazione e degli scarichi
delle acque che vengono abusivamente convogliati nel Tevere e
soprattutto per ipotizzare i delitti di inquinamento e disastro
ambientale”. Inoltre verrà richiesta all’Ispra una relazione tecnica
esaustiva su questo fenomeno.  “A distanza di poche settimane una nuova moria di pesci
nel Tevere. Si tratta di eventi molto gravi che si verificano dopo le  piogge che seguono ad un periodo più o meno lungo di siccità. Le acque piovane spingono nel fiume acque ‘malsane più o meno stagnanti’, prive di ossigeno e magari contaminate da sostanze tossiche di varia natura, presenti nei fossi affluenti o nelle linee fognarie”, spiega Stefano
Cataudella, professore di Ecologia all’Università Tor Vergata di Roma. “Le conseguenze sono immediate per i pesci che si ritrovano in acque  prive di ossigeno in prossimità degli affluenti, che muoiono con segni di anossia, e che sono visibili per giorni, trasportati verso il mare  dalla corrente. Ma ci sono conseguenze, anche per tutta la comunità  ittica che popola il fiume nei tratti a valle, si vedono grandi carpe
e siluri che nuotano senza direzione cercando acque migliori.
Addirittura i pesci che sono trasportati stressati verso la foce
finiscono in mare, dove spesso si trovano carcasse maleodoranti per
giorni. Quelle acque, che trasportano pesci morti, sono un insulto
anche per la fascia costiera, per la biodiversità marina, per le acque
in cui ci bagniamo ed in cui peschiamo organismi freschi, orgoglio
delle nostre tavole da lunga tradizione”. “Dalla osservazioni delle specie morte si può ipotizzare a che altezza del corso fluviale è iniziata la moria – prosegue – In
queste ultime due morie del 2020, oltre a breme, siluri, carassi e
cavedani morti, si sono osservate enormi quantità di carpe fortemente
stressate, non necessariamente destinate a riprendersi”. “Sarebbe necessario dar vita ad un osservatorio sulle morie, ed una  serie di ricerche per capire le cause e le dinamiche di questi eventi, anche in direzione di misure specifiche per prevenire queste crisi”,
conclude.

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(Fonte foto:ilmessaggero.it)

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