Stati Generali: Coldiretti, da agricoltura 200mila posti lavoro
(AGI) – Roma, 18 giu. – L’esperienza dell’emergenza coronavirus
ha dimostrato che con una adeguata formazione e semplificazione
l’agricoltura nazionale può offrire agli italiani in
difficoltà almeno 200mila posti di lavoro che oggi sono
affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali che
ogni anno attraversano le frontiere per poi tornare nel proprio
Paese. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti
Ettore Prandini in occasione della convocazione del presidente
del Consiglio Giuseppe Conte per gli Stati Generali. Dopo
essere stato snobbato per decenni si registra un crescente
interesse degli italiani per il lavoro nelle campagne anche per
la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori
economici. Un segnale positivo importante per il comparto che
tuttavia – precisa la Coldiretti – si scontra con la mancanza
di formazione e professionalita’ che e’ necessaria anche per le
attivita’ agricole soprattutto per chi viene da esperienze
completamente diverse. “Una opportunita’ che deve essere
dunque accompagnata da un piano per la formazione professionale
e misure per la semplificazione ed il contenimento del costo
del lavoro” ha chiesto il presidente della Coldiretti secondo
il quale “la cancellazione per quest’anno dei versamenti
contributivi dell’imprenditore agricolo e dei propri dipendenti
nei settori maggiormente colpiti rappresenta una boccata di
ossigeno indispensabile per sostenere competitivita’ ed
occupazione nelle campagne. Ma serve anche una radicale
semplificazione del voucher ‘agricolo’ – ha aggiunto Prandini –
che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori
di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo
svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui
tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce piu’
deboli della popolazione sono in difficolta’. In un momento
difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore
aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in
etichetta l’origine di tutti gli alimenti per combattere la
concorrenza sleale al Made in Italy”.
“In tale ottica – ha precisato Prandini
– e’ positiva la storica apertura dell’Unione Europea nella
nuova Strategia Farm to Fork nell’ambito del Green New Deal
all’obbligo dell’origine con l’indicazione dello Stato membro a
livello europeo ma l’Italia ha la responsabilita’ di svolgere
un ruolo di apripista in Europa completando le lacune ancora
presenti nella legislazione nazionale con l’estensione
dell’obbligo ai salumi. Sull’export va promosso un piano
straordinario di internazionalizzazione con la creazione di
nuovi canali e una massiccia campagna di comunicazione per le
produzioni 100% Made in Italy e per la stessa Italia, a partire
da quei paesi dai quali i flussi turistici sono storicamente
piu’ consistenti. Serve poi recuperare i ritardi strutturali e
sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i
collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto
del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocita’,
con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Una
mancanza che ogni anno – ha denunciato Prandini – rappresenta
per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunita’
di export e una “bolletta logistica” piu’ pesante per la
movimentazione delle merci. Ma insostenibili ritardi riguardano
anche le infrastrutture telematiche – ha continuato il
presidente della Coldiretti -. Occorre che la fibra e tutti i
servizi connessi cessino di essere uno slogan e siano portati
nelle aree rurali nell’arco di qualche mese e messi a
disposizione degli imprenditori agricoli per poter usufruire di
tutta la tecnologia dell’agricoltura 4.0 che andremo ad offrire
loro”. “Investire in tecnologie e’
fondamentale per il rilancio del Paese in un’ottica di economia
circolare, dal settore della chimica verde alla valorizzazione
di allevamenti e foreste per la produzione di biometano e
biogas, ma anche per affrontare un’altra emergenza per le
campagne italiane, il cambiamento climatico che ogni anno
presenta un conto di miliardi. Per lo sviluppo sostenibile
dell’Italia come Coldiretti – ha ricordato Prandini – abbiamo
ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso con Anbi, Terna, Enel,
Eni e Cassa Depositi e Prestiti la messa in cantiere di una
rete di circa mille laghetti nelle zone di media montagna da
realizzare senza cemento e da utilizzare per la raccolta
dell’acqua da distribuire in modo razionale in primis ai
cittadini, quindi all’industria e all’agricoltura. Un progetto
che può e deve essere sostenuto a livello nazionale e
regionale, al pari del piano per lo sviluppo della zootecnia al
Sud con una linea vitelli-vacche da latte e carne 100% Made in
Italy che porterebbe nuove opportunità occupazionali”. (AGI)