Maggioranza ‘blinda’ election day 20/9. Protesta FdI e Regioni

(AGI) – Roma, 9 giu. – Maggioranza e governo ‘blindano’ l’election day del 20 e 21 settembre. E il centrodestra si divide: da una parte si registra infatti la non belligeranza di Lega e Forza Italia, dall’altra c’e’ invece la netta opposizione di Fratelli d’Italia, che fa ostruzionismo alla Camera sul decreto Elezioni, rallentandone l’esame e rinviandon il via libera a domani. Ma anche le Regioni criticano duramente la scelta dell’esecutivo, tanto piu’ dopo l’approvazione di ieri di un emendamento azzurro (sul quale i leghisti si sono astenuti mentre i soli a votare contro sono stati i deputati di FdI) che ha spostato in la’ la finestra elettorale per le Regionali, indicando di fatto il 20 settembre come primadomenica utile per poter andare al voto. Scelta che va in contrasto proprio con la posizione delle Regioni, che
chiedevano di poter votare quanto prima, gia’ a fine luglio o in alternativa al massimo il 6 settembre.

Ma nulla da fare: maggioranza e governo restano fermi sul 20 settembre, considerata l’unica e migliore mediazione possibile, a ‘cavallo’ tra le richieste del centrodestra, favorevole a votare in ottobre o a fine settembre, e i governatori uscenti di Liguria, Marche, Veneto, Campania e Puglia che invece avrebbero voluto anticipare le urne a prima dell’avvio dell’anno scolastico. “Sono un po’ arrabbiato sulla data delle elezioni regionali”, afferma il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini che, successivamente, in una nota congiunta con il vicepresidente e governatore della Liguria, Giovanni Toti, avverte: c’e’ “l’intenzione delle Regioni interessate di utilizzare la prima domenica utile del mese di settembre per l’indizione delle elezioni regionali, anche al fine di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico e di limitare l’eventuale nuovo rischio
epidemiologico”. Una formulazione per la verita’ un po’ ‘criptica’, in quanto non viene indacata una data, e se il decreto Elezioni sara’ approvato, dopo l’ok di ieri all’emendamento di Forza Italia, si sancisce nero su bianco chela prima data utile di settembre per le elezioni regionali sia domenica 20, la stessa data in cui il governo intende far svolgere l’election day, accorpando assieme elezioni comunali,
Regionali e referendum costituzionale.

Nella nota congiunta Bonaccini e Toti ribadiscono“la piena competenza delle Regioni in materia di elezioni regionali” e con una lettera inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e a ministri Francesco Boccia, Luciana Lamorgese e Federico d’Inca’, criticano “la posizioned delGoverno e del Parlamento, che non ha tenuto in alcun conto le indicazioni formulate dalla Conferenza delle Regioni. Cio’ in palese violazione del principio di leale collaborazione tra le istituzioni”.

Ma anche il comitato promotore del referendum sul taglio degli eletti, contrario all’election day, e’ pronto  a dare battaglia e annuncia un possibile ricorso alla Consulta. Chi la battaglia, a suon di ostruzionismo, la sta gia’ portando avantii Aula e’ Fratelli d’Italia, che sin da ieri sta intervenendo in massa su ogni singolo emendamento, costringendo la maggioranza a rivedere il timing: il primo via libera da parte di Montecitorio al decreto Elezioni, con cui appunto si rinvia in autunno il voto e si accorpano tutte le elezioni locali al referendum costituzionale, non ci sara’ prima di domani. 

il provvedimento passera’ all’esame del Senato per l’approvazione definitiva. Durante i lavori alla Camera, a un certo punto della giornata e’ sembrata possibile una nuova mediazione sulla data del voto. A lasciar intravedere a FdI uno
spiraglio e’ stato l’intervento di Piero Fassino, che haproposto, a titolo personale, di anticipare al 31 luglio la
presentazione delle liste, che invece senza modifiche ricadrebbe subito dopo ferragosto. Il responsabile Enti locali
di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, coglie al volo l’opportunità e si dice disponibile a cercare un compromesso,

ovvero la data del 27 settembre. Ma il Pd frena subito: “Mentre siamo bloccati in Aula sul decreto elezioni dall’ostruzionismo del solo gruppo di Fratelli d’Italia che, in questo caso, stante la natura del decreto, non pare opportuno stroncare con la fiducia, confermo che il 20 e 21 si votera’ per
amministrative regionali e referendum”, fa sapere Stefano Ceccanti. Quindi prende la parola Fassino, che precisa: “Non
strumentalizzate le mie parole, non ho mai proposto una mediazione sul cambio della data del 20 settembre ma solo sul
deposito delle liste”. FdI attacca, accusa la maggioranza di pensare “solo ai propri tornaconti elettorali”, e prosegue
l’ostruzionismo. Per il capogruppo Francesco Lollobrigida la
“maggioranza media solo con se stessa”, ricordando che “nessuna forza del centrodestra ha detto che il 20 settembre va bene”.
Nonostante Forza Italia non faccia barricate in Aula, la capogruppo Mariastella Gelmini critica il governo, che sta “scontentando tutti. Ci ripensi, si apra una vera trattativa e si trovi la soluzione migliore”, ovvero “il week end del 4 e 5 ottobre, siamo pronti al confronto”. (AGI)

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