Amministrative per Latina: la risposta di Agostino Mastrogiacomo a Nicola Tavoletta

Ho letto con attenzione quanto scritto da Nicola Tavoletta delle Acli in merito al tema delle prossime amministrative di Latina che, se le cose rimangono così ,si terranno tra un anno.
Sono concetti importanti quelli espressi nel suo articolo pubblicato a mezzo stampa e che sono stati argomenti di diversi incontri tra amici che si svolgono da ormai due anni a questa parte.
L’esperienza dei sindaci di centro destra ha avuto alti e bassi.
Ed è così che inizia la lunga ed articolata riflessione politica che fa l’amico Nicola Tavoletta
E sono soprattutto i bassi a preoccupare perché sono stati continui , reiterati ed estremamente negativi.
Nessuno deve e vuole sminuirne la portata .
Non farebbe bene alla nostra città.
Dobbiamo anzi reclamare con forza che la nuova compagine di governo non abbia niente a che fare con quelle leggerezze di rapporti , che poi tanto leggere non sono, con quegli atteggiamenti spregiudicati di alcuni rappresentanti di governo,tollerati oltremodo, e con quelle ambizioni smodate che sono state il solco percorso dal malaffare e della speculazione, che ha fatto inciampare questa città onorata a livelli che non piacciono agli abitanti e nativi di Latina.
Perché anche questo è accaduto e non va dimenticato.
Questo deve essere un punto saldo di partenza e di resistenza, una delle colonne portanti del nuovo governo. Deve escludere la possibilità delle forzature all’azione della giunta e del consiglio.
Ma deve essere concessa e riconosciuta la dignità che spetta a questo popolo ed a quei rappresentanti che hanno operato con bravura, nell’interesse della città, della sua evoluzione e per il benessere dei suoi abitanti.
La seconda colonna è che il nuovo governo deve essere inclusivo a tutti e non deve temere niente e nessuno.
Deve avere ed infondere fiducia nei propri cittadini, che sono persone che occupano ruoli diversi nella società ma che sono tutti importanti.
Senza condizionalità, senza bisogno di espiazioni perché questa è la città dell’inclusione e delle differenze, che conserva con orgoglio le sue tante radici e le sue molte espressioni culturali e di pensiero.
Non ci debbono essere esclusività, non ci debbono essere pesi e misure diverse perché questo non si coniuga con i concetti di legalità e di giustizia sociale.
Il motto latino del Divdi et Impera non si addice ad un buon governo, contrariamente a quanto si crede e le esperienze delle amministrazioni cadute anticipatamente lo dimostrano ampiamente.
La terza colonna portante è che il prossimo buon governo sappia prendere decisioni e che si sappia assumere responsabilità all’interno di un suo programma condiviso e chiaramente esposto ai cittadini da una coalizione che superi gli schemi politici del secolo scorso, che sia innovativa.
Che non abbia remore inutili , soprattutto che sia un governo non ingessato in schemi ideologici, prevenzioni, pregiudizi che non c’entrano nulla con la legge e con il rispetto delle procedure.
Leggi e procedure che non debbono essere considerate come camicie di forza insopprimibili e nemmeno come ostacoli da aggirare in modo artato.
Sono il percorso possibile da rendere agevole, invece.
Il compito del governo non è quello di stanare , di moralizzare e neanche di sostituirsi agli enti dello stato che sono preposti per le tutele di tutti, governo incluso.
Il suo compito è quello di governare, amministrare bene , di impegnarsi nell’interesse di tutti ed è inutile , per riuscirci, regolamentare anche il sorriso dei dipendenti comunali.
Queste tre colonne sostengono un’ architrave, che è l’amministrazione, e che dovrà essere composta da persone che siano un’ insieme di competenze diverse ma orientate nella stessa direzione, che seguano il medesimo progetto e che siano di sostegno ognuno all’altro, altra.
Uomini e donne di provate capacità, di energie, di intuito, di spirito e che abbiano la capacità di creare ,più che quella di seguire pedissequamente.
Come realizzare tutto questo?
Certamente rinunciando ai voti facili, quelli di chi suggerisce nomi solo perché si dicono in grado di avere un portato di voti , poi utili da giocare sul tavolo delle trattative.
Ecco, questo no.
E se tutti dicessero no, questi personaggi dai voti sicuri non avrebbero alcuna incidenza nelle scelte di governo. Non potrebbero ne favorire ne ostacolare.
E poi, cosa molto importante, si debbono aggregare comunità diverse ma che hanno tanti punti di contatto comuni.
Che hanno un’ origine comune: hanno in comune la storia di questa città, sia quella recente che quella più lontana. Perché loro si, possono essere davvero utili a léggere sia il presente che il futuro possibile.
L’idea di creare un team di governo, un governo di “comunità unite” e non solo un sindaco ,che può essere incastrato da logiche di potere da basso profilo ,certamente piace anche a me e so che piace a molti altri amici ed amiche e credo sia la miglior squadra da proporre alla città che sicuramente potrà essere favorevole e che , con altrettanta sicurezza, non si augura sorprese malefiche.

Agostino Mastrogiacomo
Presidente provinciale Acli Terra

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