Roma: corsa a sindaco all’ombra del Covid, Raggi cerca il bis

(AGI) – Roma, 20 mag. – All’ombra dell’emergenza Covid-19 Virginia Raggi sta costruendo il percorso per la sua
ricandidatura il prossimo anno in Campidoglio. Una corsa che si annuncia difficile, che divide lo stesso M5s e che
inevitabilmente catalizzera’ le attenzioni di tutti i leader politici nazionali. Perche’ se la legislatura in Parlamento
terra’ davvero, la tornata delle comunali del prossimo anno (Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli) diventa il piatto
forte della contesa politica del 2021.
Nei due mesi di lockdown la sindaca ha tentato di recuperare il dialogo con le fasce sociali piu’ popolari e le periferie cittadine, proprio quelle che nel 2016 hanno promosso
in massa la sua candidatura per poi voltare le spalle ai 5 Stelle nelle ultime elezioni.

I numeri parlano chiaro: con il risultato del Movimento alle scorse Europee la Raggi non

arriverebbe nemmeno al ballottaggio. Alle suppletive di marzo per la Camera la candidata pentastellata nel centro di Roma non ha raggiunto nemmeno il 5%. Elezioni diverse, certo, ma indicative del gradimento calante dei romani nel corso del
mandato.
Per 4 anni la sindaca ha sviato la domanda sulla sua eventuale ricandidatura – vietata dal limite pentastellato dei 2 mandati (il primo lo ha fatto come consigliera) – sostenendo sempre che non era “il momento di parlare di poltrone”. Ora,
subito dopo l’apertura del reggente del Movimento Vito Crimi su una possibile revisione delle regole, i fedelissimi della Raggi hanno iniziato a chiederne la riconferma. E la risposta della
sindaca e’ cambiata: “Ricandidarmi? In molti me lo stanno chiedendo”.

Un dibattito che vede la capogruppo M5s in Regione Lazio, Roberta Lombardi, apertamente contraria, posizione quasi
scontata visto il rapporto da sempre ricco di spigolosita’ tra le due. Ma Lombardi non e’ l’unica di questo parere. La
presidente del Municipio VII Monica Lozzi chiede primarie per la scelta del candidato in cui poter confrontarsi con la sindaca.
Nemmeno tra gli stessi consiglieri comunali di maggioranza c’e’ unita’ di vedute. Un fronte non compatto, dunque, frutto di 4 anni in Campidoglio difficili di cui i primi due sono andati persi tra inciampi sulle nomine e il successivo processo
per falso a carico della Raggi, assolta perche’ il fatto non costituisce reato, che hanno portato la sindaca piu’ volte ad
un passo dalla fine anticipata del mandato.

Negli ultimi mesi, con la politica
nazionale alle prese con l’emergenza sanitaria, la Raggi ha avuto campo aperto per tentare un rilancio, visto che i
potenziali sfidanti sono tutti fermi. Chi ha guadagnato piu’ consensi in citta’ nelle ultime tornate elettorali e’ la Lega
di Matteo Salvini, che pero’ sconta l’assenza di una classe dirigente radicata sul territorio. In piu’ su Roma il leader
del Carroccio deve fare i conti con le ambizioni di Fratelli d’Italia e con Giorgia Meloni che non nasconde la volonta’ di
protagonismo nella sua citta’ e la voglia di scegliere il candidato, visto anche il buon piazzamento ottenuto dalla sua candidatura nel 2016.
Proprio il nome del candidato unitario – perche’ e’ a questo che il centrodestra mira – resta uno dei nodi. Si e’ parlato di Barbara Saltamartini, Giulia Bongiorno, Roberta
Angelilli e Maurizio Gasparri, nessuno pero’ sembra convincere fino in fondo i leader del centrodestra, che potrebbero puntare anche su un profilo piu’ civico.
Nel centrosinistra buona parte del Pd romano non vuole sentir parlare di possibili intese con la Raggi sul modello del
governo giallorosso: troppa la distanza accumulata tra le parti in questi anni.

La segreteria di Nicola Zingaretti vorrebbe un nome di alto profilo: si parla di un pressing sull’ex premier Enrico Letta, mentre altre correnti Dem guardano al presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, gia’ candidato alle primarie 2013 ma senza fortuna. Resta in campo anche il nome dell’ex ministro Carlo Calenda, anche se il suo profilo viene ritenuto da alcuni divisivo e non e’ stata gradita la scelta di candidarsi alle Europee con il Pd per poi uscirne subito. Qualcuno lavora per vederlo in tandem con Amedeo Ciaccheri, presidente del Municipio VIII, vicino ai movimenti di sinistra e all’ex vice presidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio.

Possibile anche una corsa in caso di primarie di Giovanni Caudo, presidente del Municipio III e gia’ assessore all’Urbanistica di Ignazio Marino, gradito a sinistra e dalla societa’ civile. Ad un anno dalle elezioni la corsa per il Campidoglio e’ potenzialmente gia’ aperta. Si giochera’ su chi sara’ capace di proporre una nuova visione di rilancio della citta’ in convivenza con il Covid-19. Una sfida non semplice in una Capitale che vive di turismo, cultura e servizi, tra i settori piu’ colpiti dalla pandemia. (AGI)

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