L’approccio alla disabilità

La disabilità è stata ampiamente studiata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha pubblicato molti documenti e ha visto la modifica della terminologia che la riguardava.
Nel 1980 l’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicò un primo documento dal titolo International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps, ICIDH, in cui venivano distinti tre livelli di disabilità.
Nel 1997 l’OMS ha presentato l’ICIDH-2 per poter connotare positivamente i termini di menomazione, disabilità e handicap e mettere in evidenza la forte influenza che viene esercitata dai fattori ambientali e da quelli personali sulla patologia.
Il 21 maggio 2001, 191 Paesi partecipanti alla cinquattraquattresima Assemblea Mondiale della Sanità hanno accettato la nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (International Classification of Functioning, Disability and Health -ICF) come “standard di valutazione e classificazione di salute e disabilità”, l’intento è stato quello di poter fornire un linguaggio standard.
Difatti l’ICIDH-2 è stato revisionato come classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute, I. C. F., per porre l’accento sulle componenti della salute.
È fondamentale modificare l’atteggiamento nei confronti della disabilità in quanto bisogna sapere effettivamente cosa è la disabilità, prenderne coscienza e riflettere sulle conseguenze sociali che le problematiche attinenti possono generare.
Integrare le persone disabili è una grande sfida, che può essere vinta solamente potenziando le competenze e focalizzando l’attenzione sulla collaborazione
Promuovere l’inclusione è importantissimo, bisogna iniziare sul fare in modo che la persona avente una disabilità, indipendentemente dalla propria condizione, non subisca trattamenti differenti e degradanti e soprattutto è un lavoro che dovrebbero fare tutti e non solo gli addetti ai lavori.

Dr. ssa Alessia Micoli
Psicologa Criminologa