Cinghiali e specie invasive
Cinghiali in gran numero in alcune città italiane, cervi a passeggio spauriti nei paesi di montagna dell’ Abbruzzo, caprioli che restano impigliati nelle recinzioni delle case nei centri del Bolognese.
Sono alcune dei recenti avvistamenti di quadrupedi selvatici in atteggiamento confidente nelle città italiane in pieno giorno.
Qualcuno penserà che sia normale o anzi che sia un segnale positivo nel confronto tra centri urbani e natura, una specie di riconciliazione tra le diverse esigenze tra uomini ed animali.
A leggere alcuni titoli di giornale sembra che i poveri animali sono finalmente liberi di entrare nelle città e girare per le strade, ora che non ci sono troppi umani e mezzi meccanici a percorrerle.
Si direbbe che non aspettavano altro, che di venire a far un po’ di shopping per le vie del centro.
Ma cosa ci può davvero trovare di interessante un branchetto di cervi in un paese sono poche cose.
Anzi una: il cibo.
E’ l’odore di cibo ad attrarli, l’odore che emana da forni, da magazzini e soprattutto quello che si sprigiona dai cassoni dei rifiuti.
Le città sono concepite per la vita sociale umana, non sono idonee a quella animale anche se in un futuro prossimo qualcuno potrà pensare a spazi e percorsi urbani per animali da compagnia.
In effetti ha fatto scalpore questo inverno quando per le feste natalizie nella centralissima Via del Corso a Roma, una signora si è fatta riprendere con un bel maialino rosa al guinzaglio.
Perché non affezionarsi ad un porcello? O ad una capretta mangiatutto?
C’è chi passeggia con la propria iguana e conosco un ragazzo che con se porta una cornacchia sulla spalla.
Torneranno di moda le scimmiette come negli anni 60?
Per molti animalisti il destino delle specie animali è di convivere con l’uomo in un regime di assoluta parità. Chissà, un giorno potranno esprimere anche il voto politico, se dovesse ancora esistere questa pratica.
Molte persone sono certe che manca all’animale solo la possibilità di esprimersi correttamente con una lingua comprensibile all’uomo ma di sicuro sanno esprimersi benissimo in altro modo.
Eppure io credo che per forza di cose uomini ed animali si incontrano e si scontrano.
Davvero i lupi rappresentano un problema per la pastorizia e davvero i cinghiali sono una sciagura per alcuni coltivatori.
Come è certo che l’uomo è spesso ( ma non sempre) il peggior nemico degli animali selvatici , in termini di competitore nell’ambiente.
Apparentemente lo è anche colui che pratica la caccia.
Che però in molti casi è un controllore della specie selvatica: in mancanza di cacciatori specie come i cinghiali, daini , caprioli, cervi crescerebbero in numero talmente eccessivo da determinare un rischio per l’ambiente e per le coltivazioni.
E vale anche per specie particolarmente invasive come le cornacchie, i gabbiani, alcuni columbidi.
Il mondo della natura non è un equlibrio stabile, è un equilibrio dinamico determinato in parte dalle necessità umane.
Ma è il mondo che abbiamo e che dobbiamo preservare, senza credere alla soluzione perfetta ma orientandoci a quella possibile, che tende a conservare usi,tradizioni e culture come , io credo, tutti noi vogliamo.
Agostino Mastrogiacomo.