Animali selvatici in città.
Cinghiali ripresi più volte a rovistare tra i rifiuti di Roma.
Oppure tra quelli di Genova e di altre città italiane.
Liberi di scorrazzare nei grandi giardini ma anche sui marciapiedi e nelle strade .
Insieme ai milioni di storni ed i tanti gabbiani sono le tre specie animali che hanno ridimensionato il potere che ratti e surmolotti si contendevano a Roma da millenni.
I cinghiali, come tutti gli animali selvatici, hanno una particolarità che mal si sposa con le esigenze di una città. Hanno la caratteristica di non conoscere le regole e quindi di non poterle rispettare.
Peraltro ,nel pieno rispetto della loro natura, continuano e riprodursi ed ad amplificare il problema della difficile convivenza.
Quindi essendo presenti in un numero considerato ingestibile, anche per l’allarme presente nei cittadini dovuto alla loro aggressività, pure la sindaca Raggi, di fronte all’evidenza dei numeri ha ceduto alla necessità di dover provvedere subito con dei piani di abbattimento.
In pratica delle guardie forestali abilitate ,in piena sicurezza e nei tempi e modi previsti dai protocolli, procedono all’abbattimento di un numero controllato di animali e stabilito di concerto con le associazioni ambientaliste e con i presidi sanitari del territorio.
Ovviamente questo ha scatenato la reazione di qualche parlamentare che si è fatto rappresentante delle persone con sensibilità elevata verso gli animali e che non verrebbero mai che questi morissero.
Quindi ora si pensa di ritornare alla prima ipotesi ,che era quella già scartata , di trasportare i cinghiali in altri luoghi meglio adatti ad ospitarli.
Il difficile è: catturarli in modo del tutto incruento( già, servirebbe anche questo) , trasportarli in piena sicurezza e garanzia di benessere ed individuare dove, visto che il problema della sovrappopolazione è su tutto il territorio nazionale.
Pochi mesi fa la direzione del Parco Nazionale del Circeo ha dato corso ad un piano di abbattimento di daini presenti nella foresta di Sabaudia .
La ragione era ,ed è, che essendo diventati troppi e non avendo più cibo a sufficienza stanno brucando ed eliminando tutto il sottobosco e sono passati a nutrirsi anche delle cortecce delle querce del bosco, creando quindi le condizioni di uno shock naturalistico molto preoccupante.
Quindi a difesa di un equilibrio ,caro anche al mantenimento dei daini, si era passati ad abbattere i daini in eccesso scegliendoli con i criteri meno impattanti.
Apriti cielo!
Alcune personalità politiche( sindaci ed amministratori delle provincie di Latine e Frosinone) sono insorti offrendo invece il solito trasferimento dei poveri daini nei loro territori.
Alcuni sindaci di paesi collinari hanno offerto subito e a gran voce la loro disponibilità , sostenendo che i poveri daini non dovevano morire mai , senza sapere che i daini morirebbero tutti azzoppati nel muoversi tra le rocce ed i terreni in pendio, non essendo attrezzati in alcun modo a vivere in quei luoghi.
Il problema rimane ed in un modo (e in un modo) va risolto.
Agostino Mastrogiacomo