Teofilo Stevenson

Sono sempre stato un deciso anticomunista, specie dopo averlo studiato al liceo , ma riconosco di aver subito un certo fascino dal segreto che avvolgeva la natura stessa del socialismo reale. Perché tutta questa reclusione, questo isolamento, se è il modo migliore che ha l’uomo e la sua società di essere una comunità?

Non esisteva alcun modo per sapere cosa accadeva al di là del muro.
Ma non mancavano le occasioni per cui a noi popolo libero veniva concesso di scoprire cosa vuol dire essere e vivere da comunista in un paese comunista.
Per me, appassionato di sport più che di politica, erano le Olimpiadi ed i tornei mondiali che venivano trasmessi in tv.
Ed il mio sport preferito era ed è rimasto uno: la Boxe.
Per cui ogni 4 anni aspettavo questo evento e soprattutto i tornei di boxe dove spesso erano e sono presenti atleti italiani.
Nel 1972 avevo 14 anni e le olimpiadi si tennero a Monaco di Baviera e sono passate alla storia come quelle del massacro di 11 atleti Israeliani da parte di un commando di Settembre Nero, un’organizzazzione terroristica palestinese.
Ma è anche la prima olimpiade dove in mondovisione apparve il cubano Teofilo Stevenson e tutti gli appassionati di pugilato videro un magnifico campione vincere la medaglia d’oro dei pesi massimi dopo aver sbaragliato per ko tutti gli avversari incontrati .
Elegante e preciso come e più di Cassius Clay, dolce e potente come Sugar Robinson e nero come loro.
E da lì fu uno scorrere di trofei e si è ripetuto per le due olimpiadi successiva ( sempre vittorie ko ) e probabilmente avrebbe vinto anche a Los Angeles 1984 se non fosse stato che i paesi del blocco comunista, come Cuba, non parteciparono per rispondere al boicottaggio degli USA a Mosca 1980.
Boicottaggio di un campione assoluto, che però una volta fu battuto alla semifinale mondiale del 1982 dal nostro Francesco Damiani, futuro campione del mondo WBO pro.
Qualcuno non addetto ai lavori sottolinea ancora oggi la differenza tra il pugilato professionistico e dilettantistico e che questa caratterizzazione (Stevenson non fu mai professionista)impedisce qualsiasi paragone con i più gradi boxeur di tutti i tempi.
Può darsi, ma il battage insistente a cui fu sottoposto il pugile cubano per accettare di entrare nel professionismo in anni in cui i pugili si chiamavano ad esempio Muhammad Ali’, George Foreman, Joe Frazier,( tutti campioni olimpici dilettanti) la dice tutta sulle enormi potenzialità e sulla indiscussa classe del grande campione Teofilo Stevenson.

El Merendero

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