CORONAVIRUS: IL MEDICO ARRIVATO DALLA CINA IN ITALIA, 'FATE PIU' TEST Qiu a La Repubblica, 'fate in fretta, inquadrate sospetti e isolate i positivi, cominciare terapia quando malattia è in fase iniziale'
Roma, 19 mar. (Adnkronos) – “In Cina abbiamo quattro azioni chiave che
stanno dando risultati. Primo: inquadrare in anticipo i casi sospetti;
secondo, fare i tamponi il prima possibile per scoprire i positivi;
terzo, chi è contagiato deve essere messo subito in quarantena.
Infine, è importantissimo iniziare la terapia quando la malattia è
ancora in una fase iniziale”. Parla così Yunqing Qiu, primario di
Malattie infettive del Primo ospedale affiliato dell’Università di
Zhejiang, nella Cina orientale, parte del team di sette medici, tre
infermieri e tre tecnici che, con un carico di 400mila mascherine e
ventilatori e monitor, sono arrivati a Malpensa. In un’intervista a La
Repubblica Qiu sottolinea di aver seguito il coronavirus “dal primo
caso”.
“Ci sono anche altre quattro misure pratiche – osserva – Bisogna
mettere insieme tutti i pazienti positivi, radunare gli esperti e i
medici specializzati, mettere in comune gli strumenti, e concentrare
anche le persone che hanno necessità di diverse terapie”. “Nella
nostra provincia – racconta – abbiamo riunito i malati più gravi nel
nostro ospedale perché siamo attrezzati per curarli. E’ importante per
aumentare le guarigioni e diminuire i decessi. Anche chi ha sintomi
lievi o è asintomatico, e lo abbiamo visto a Wuhan dove è stato
costruito un ospedale temporaneo, dev’essere isolato per evitare che a
casa contagi parenti e amici”. I numeri che arrivano dalla Lombardia
non sono “un problema causato dalla tecnologia e dalla sanità
italiana, che sono molto avanzate”, dice. E aggiunge: “Magari sono i
casi che non sono stati scoperti nella fase iniziale e si è perso
tempo per la cura. Per questo è fondamentale anticipare”.