CORONAVIRUS. DA MERCATI A FORNI, SU DPCM È CAOS COMMERCIO A ROMA COIA: SERVE ORDINANZA, CONTROLLI VIGILI SU INTERPRETAZIONI

(DIRE) Roma, 13 mar. – Confusione. Si potrebbe descrivere così a oggi la condizione del commercio a Roma, imbrigliato in mille interpretazioni delle norme nazionali scattate contro la diffusione del Coronavirus. Il caos riguarda in primis le attività alimentari di varia natura, ma se per i negozi di alimentari ‘puri’ la regola e’ chiara – ed e’ la possibilita’ di rimanere aperti alla vendita dei generi essenziali – per tutti gli altri non e’ lineare ciò che si può e non si puo’ fare. Un tema affrontato oggi dalla commissione capitolina Commercio, presieduta dal pentastellato Andrea Coia. “Ho voluto fare questa commissione perche’ ci sono molti dubbi sul Dpcm che regola le attività commerciali”, spiega all’agenzia Dire. “Non era chiaro quali mercati potessero aprire e quali no”, aggiunge Coia. E in effetti piu’ di una associazione di categoria oggi ha lamentato la mancanza di chiarezza. “Noi abbiamo gia’ cercato di comunicare agli operatori le disposizioni, dicendo loro che i mercati coperti e recintati se si organizzano con la vigilanza possonoesercitare, ovviamente solo per quel che riguarda i banchi di generi alimentari. E questa- spiega il consigliere- è una posizione condivisa tra la Polizia locale, noi e il dipartimento per garantire la sicurezza”. Già i posteggi isolati fissi stagionali, però, “pongono dubbi in piu’. Si tratta di capire con la Polizia locale se ci siano le condizioni di sicurezza senza creare assembramenti, perche’ spesso se ne creano intorno alle bancarelle”. Ma le interpretazioni piu’ “strane” arrivano da altri tipi di locali, come i forni. “Alcuni dicono che possano addirittura vendere solo pane e pizza bianca e rossa- riporta Coia- e perche’ i dolci no, per esempio? Ci sono arrivate delle segnalazioni secondo cui i vigili starebbero facendo storie, ma il decreto non prevede questa limitazione. Bisogna approfondire questo aspetto, così come quello dell’asporto”.– In questo caso c’e’ chi dice che si può ordinare una cena, basta che l’esercizio sia sempre chiuso al pubblico. “E invece sappiamo che la Polizia locale lo permette solo dalle 6 alle 18, ma questa per me e’ un’interpretazione personale che non condivido. L’ho fatto presente all’assessore Cafarotti e al vicecomandante dei vigili Ancillotti, dal quale ho avuto una nota solo poco fa. Ma questo accade- dice Coia- quando c’e’ una interpretazione della Polizia senza un’ordinanza che avevo chiesto proprio per chiarire questi aspetti, ma credo che la stessa sindaca abbia preferito procedere per determinazioni dirigenziali, che pero’ hanno creato interpretazioni al limite”. In questi ultimi tre giorni, conclude Coia che ha preparato un ordine del giorno a sostegno del commercio romano da presentare oggi in Aula, “sono state fatte molte riunioni, so che anche i Municipi hanno preso delle decisioni. Diciamo che c’e’ un pò di  confusione“.

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