CORONAVIRUS. CONSIGLIO LAZIO SI DIFENDE: DA SMART WORKING A STOP CONVEGNI NO INGRESSO A MINORI E FAMILIARI DIPENDENTI, IPOTESI ACCESSI A SCAGLIONI
(DIRE) Roma, 5 mar. – Dallo smart working al divieto di accesso
per minori e familiari di dipendenti e collaboratori, dalla
sospensione dei convegni e congressi alla possibile “attivazione
di un sistema di prenotazione degli accessi” negli uffici aperti
al pubblico per evitare sovraffollamenti. Sono le principali
misure organizzative che il Consiglio regionale del Lazio si e’
dato per fare la propria parte rispetto al contenimento e alla
gestione dell’emergenza epidemiologica scatenata dalla diffusione
in Italia del Coronavirus.
Innanzitutto, l’Assemblea regionale non chiuderà i battenti,
anche perché i casi presenti nel Lazio non sono riconducibili ad
alcun focolaio autoctono. Pertanto “tutte le sedi del Consiglio
regionale Lazio restano aperte, continuando ad assicurare il
regolare svolgimento di tutte le proprie attività
istituzionali”, si legge in una comunicazione del direttore del
servizio amministrativo, Aurelio Lo Fazio. Tuttavia, per tutto il
periodo di validità dell’ordinanza firmata lo scorso 26 febbraio
dal governatore Zingaretti “e’ fatto divieto assoluto di accesso
agli uffici regionali di minori e familiari di dipendenti e di
collaboratori regionali. Il divieto di accesso non riguarda le
persone addette all’assistenza di personale con disabilita'”.
Sul piano lavorativo, per la gestione del periodo di emergenza
“viene individuato lo ‘smart working straordinario’ come
modalità flessibile di svolgimento della prestazione lavorativa”
favorendo in particolare alcune categorie di lavoratori: i
portatori di patologie che li rendono maggiormente esposti al
contagio, quelli che si avvalgono di servizi pubblici di
trasporto per raggiungere la sede lavorativa e quelli sui quali
grava la cura dei figli a seguito della chiusura dei servizi di
asilo nido e scuola dell’infanzia. Ma le strutture del Consiglio regionale
“possono attivare le modalità straordinarie di lavoro in smart
working per tutto il personale senza distinzione di categoria, di
inquadramento e di tipologia di rapporto di lavoro, anche fino a
5 giorni a settimana”.
I dipendenti del Consiglio regionale che “negli ultimi
quattordici giorni sono entrati in Italia dopo avere soggiornato
in zone a rischio epidemiologico, come identificate
dall’Organizzazione Mondiale della sanità, oppure nei comuni
italiani dove e’ stata dimostrata la trasmissione locale del
virus, sono tenuti a comunicare tale circostanza al servizio
‘Tecnico, Organismi di controllo e garanzia’ anche per la
conseguente informativa all’Autorità sanitaria competente ai
fini della salvaguardia della salute del luogo di lavoro”.
I lavori del Consiglio non si fermeranno, pero’ “sono spese le
attivita’ convegnistiche o congressuali, nonché le
manifestazioni di qualsiasi natura che comportino affollamento.
Resta comunque salva la facoltà di svolgere riunioni con
strumenti telematici o se indispensabili tali da assicurare, in
relazione all’entità dell’emergenza epidemiologica, un
distanziamento di almeno un metro, come misura precauzionale,
secondo le indicazioni fornite dall’Istituto Superiore di
Sanità”. Nessuno stop ai ‘viaggi istituzionali’ dei
consiglieri, seppure con alcune limitazioni: “Il Consiglio
regionale garantisce lo svolgimento delle missioni nazionali e
internazionali ritenute indispensabili o indifferibili rispetto
alla propria attività istituzionale ovvero volte ad assicurare
la partecipazione a riunioni organizzate o convocate dall’Unione
Europea o dagli organismi internazionali di cui l’Italia e’
parte, promuovendo in ogni caso modalità di partecipazione in
call conferenze o sistema similare”.
Per quanto riguarda la gestione presenza del pubblico “si
invitano le strutture che hanno uffici adibiti al ricevimento del
pubblico o in generale locali frequentati da personale esterno,
di evitare il sovraffollamento, anche attraverso lo
scaglionamento degli accessi e di assicurare la frequente
aerazione degli stessi. Inoltre, tra le misure da adottare per
evitare il sovraffollamento degli uffici aperti al pubblico, i
direttori possono prevedere, ove possibile, l’attivazione di un
sistema di prenotazione degli accessi”.