Coronavirus: caccia ai 'pazienti zero', il mistero dei focolai.

(AGI) – Roma, 23 feb. – Oltre 130 casi in Italia, almeno due
focolai riconosciuti, nel Lodigiano e nel Padovano, e una
domanda ancora senza risposta: tutti questi contagiati, da dove
si sono presi il virus? Una domanda non oziosa, visto che,
almeno all’inizio di una possibile epidemia, risalire fino alla
sorgente e’ fondamentale per tracciare tutti i contatti e i
possibili contagi. Dei “sospettati”, in realtà, c’erano. Nel
focolaio lombardo tutto sembrava portare alla cena, a fine
gennaio, tra il cosiddetto ‘paziente 1’, il 38enne ricoverato
in terapia intensiva e primo caso autoctono registrato in
Italia, e appunto il probabile ‘paziente 0′, un manager che era
tornato da poco dalla Cina. A partire da quella sera si e’
iniziato a tracciare tutto quello che e’ successo dopo, gli
incontri, gli impegni pubblici, i viaggi. Ma il sospettato ha
un alibi di ferro: e’ sano, non ha il coronavirus, e stando
all’analisi sugli anticorpi non ha avuto infezioni di recente.
Gli anticorpi sono infatti una sorta di registro che raccoglie
in forma molecolare le tracce delle infezioni cui il nostro
sistema immunitario e’ chiamato a far fronte.  Nel caso dei
virus per esempio, si attivano specifiche cellule del sistema
immunitario che riescono a rispondere alle specifiche proteine
che costituiscono l’involucro esterno del virus.
Non sempre il sistema immunitario riesce a riconoscere i virus e                                              a contrastarlo, tuttavia in ogni
caso di sviluppa una risposta che poi rimane nell’organismo
anche dopo che l’infezione e’ finita. Sono proprio questi
specifici anticorpi che sono stati cercati invano dai
ricercatori dell`istituto Superiore di Sanità. In sostanza, il
paziente zero non lo e’, e da ieri sera e’ ripartita la caccia
all’origine del contagio, che potrebbe anche essere, anzi a
questo punto e’ probabile, uno dei soggetti già individuati e
ricoverati.
Stesso discorso per il Veneto: dopo una giornata di
incertezza, ieri le indagini sembravano essere arrivate a una
svolta con l’identificazione di un gruppo di 8 cinesi residenti
nella zona di Vo’ Euganeo, soliti frequentare il bar dove si e’
ammalato l’uomo contagiato e poi deceduto. Subito e’ stato
fatto il tampone a tutti, ma il risultato sono state otto
negatività. Un fatto definito dal governatore Zaia
“preoccupante”. “Vuol dire che il virus e’ più ubiquitario di
quanto si potesse pensare”. Ed è anche l’impossibilità al
momento di tracciare con certezza la nascita e l’evoluzione del
contagio ad aver portato il governo alle scelte draconiane
adottate ieri sera. “Le strutture sanitarie non sono riuscite a
individuare il paziente zero. E’ difficile prevedere la
diffusione. E’ stato giusto a questo punto chiudere i
territori”, ha sintetizzato Angelo Borrelli, Capo Dipartimento
della Protezione Civile. (AGI)

Coronavirus, vertice alla Protezione Civile con il Presidente Giuseppe Conte
(cronachedi.it)

 
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *