IL PUNTO = Scontro Pd-Iv. Zingaretti, Renzi scelga dove stare (2)

(AGI) – Roma, 7 feb. – E “se a volte si dice che si attacca il
Matteo sbagliato, qualcuno e’ ossessionato e ha attaccato
questa mattina il partito sbagliato”. E ancora: “In molti casi
il dibattito e’ confuso e strumentale, sappiamo che c’e’ tanto
da migliorare, ma resto assai perplesso quando sento giudizi
sul Pd come se fosse un vecchio arnese. Da altri mi aspetterei
piu’ misura e rispetto, specie da chi si dice avversario di
Salvini e ogni giorno si mette in cattedra per dirci come
essere piu’ riformisti”. La conclusione e’ netta: “Renzi
decida, o di qua o di la'”. Di qua c’e’ il Partito Democratico,
“unico pilastro contro l’onda delle destre in Italia”. Di La’
c’e’ Salvini. Tertium non datur, anche perche’ lo scenario
italiano e’ ormai avviato, per Zingaretti, a un solido
bipolarismo centrodestra-centrosinistra. Il sospetto di molti,
nel Partito Democratico e non solo, e’ che Renzi stia giocando
una partita per tentare un avvicendamento nel governo, una
nuova manovra di palazzo simile a quella che porto’
all’isolamento di Salvini e alla fine del Conte I.
Secondo questi sospetti, il senatore di Italia Viva
starebbe bersagliando il governo per ridurlo alla paralisi. Una
volta portato il governo nel pantano, poi, chiederebbe un nuovo
assetto dell’esecutivo o la verifica di una nuova maggioranza
in Parlamento. Di qui l’altola’ di Zingaretti: “Nessuno pensi
di allungare la legislatura con soluzioni improvvisate”. In
altre parole, se cade il governo, finisce anche la legislatura.
Renzi, da parte sua, rimpalla ogni accusa. Fare cadere il
governo? “Assolutamente no: no, no, no”, dice Renzi. E anche le
indiscrezioni che parlano di un “appoggio esterno” al governo
sono, per il leader di Italia Viva, prive di fondamento:
significherebbe “far dimettere i nostri ministri, che poi sono
tre. Noi non vogliamo lasciare. Poi se il presidente del
Consiglio vuole che lasciamo, ci mettiamo un quarto d’ora”.
Parole che vengono accolte senza grande stupore da chi ieri
era alla riunione della maggioranza sulla giustizia: “La
minaccia di appoggio esterno al Governo e’ durata qualche ora e
questa mattina e’ stato costretto a fare marcia indietro”, dice
il vice capogruppo dem in commissione Giustizia, Michele Bordo:
“Ieri sera Matteo Renzi ha preferito l’ultimatum al dialogo,
come e’ abituato salvo fare sistematicamente marcia indietro
come per le ‘battaglie’ populiste su plastic tax e sugar tax,
come per il decreto sulla popolare di Bari, come per altre
vicende in cui ha agitato l’ascia di guerra salvo poi votare
con tutta la maggioranza facendo retromarcia”. Nessuna marcia
indietro, risponde Italia Viva in una nota: “Se Matteo Renzi e
Italia Viva faranno marcia indietro lo vedremo in Aula”, scrive
il deputato Luciano Nobili. (AGI)

Zingaretti-Renzi

(Fonte Foto: Agenpress)

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