Bullismo nell’era dei Social Media: aspetti sociologici.

 Alla fine degli anni’50 Marshall McLuhan ipotizzò, nella sua teoria sociologica dei mass media, la nascita di un villaggio globale e, addirittura, che i nuovi mezzi di comunicazione sarebbero divenuti l’estensione dei nostri sensi.
Tale previsione del sociologo canadese si rivelò giusta al punto tale che, attualmente, il sistema Web e Social Network é diventato un vero e proprio compagno di vita.
La connessione telematica è sempre più facilitata grazie ad innovazioni in continuo movimento ed aggiornamento.
La versatilità e la metodologia multidisciplinare delle nostre App ha aperto nuove strade al miglioramento ed incremento delle relazioni umane dotando gli utenti di nuovi strumenti di partecipazione alla vita sociale, alla democrazia, alla libertà di pensiero, come assicura anche la nostra Costituzione all’art. 21.
Ciò sta a significare che la nuova tecnologia è in grado, e può, condizionare la vita quotidiana di ognuno di noi.
Le tecnologie della comunicazione non hanno confini e, difficilmente, gli Stati Nazionali sono in grado di controllare, nella sovranità dei loro territori, quello che avviene in questa globalizzazione.
Ed allora occorre educare i cybernauti all’uso democratico delle reti, nella piena coscienza e consapevolezza che le nostre libertà finiscono dove iniziano quelle degli altri.
Sono in continuo aumento le ore trascorse nell’utilizzo dei Social, rubando tempo alla vita reale e impoverendo i rapporti interpersonali.
Tutto questo ci proietta in quella dimensione virale che provoca dipendenze, devianze ed intossicazioni da Social.
Spesso, attraverso condotte non consapevoli, si violano diritti e dignità di gruppi o singoli individui.
Certo è che non è nel mezzo che va ricercata la causa di tali fenomeni pericolosi ma nell’uso improprio che se ne fa.
Proprio su questa cultura si deve mirare ovvero l’acquisizione, da parte di tutti minori e adulti, di quelle conoscenze che ci permettono non soltanto di utilizzare al meglio questi strumenti, ma anche di tutelarci, di proteggerci, da chi non lo fa.
Il Bullismo, attraverso le nuove tecnologie della comunicazione, è stato trasformato in una vera arma sociale alla quale, in modo particolare, i bambini, gli adolescenti e i giovani, sono esposti.
Nell’era di Internet questo fenomeno ha trovato la sua cassa di risonanza ove prevalgono l’aggressività, il disagio, la maleducazione, la devianza giovanile dei gruppi e del singolo, con l’aumento delle fragilità.
Il Bullismo ed il Cyberbullismo non sono uno status symbol, né tantomeno un gioco, oppure uno scherzo come troppo spesso oramai sentiamo riferire dai ragazzi stessi, ma una devianza che confina i minori d’età nell’antisocialitá.
Una dimensione in cui, di solito, sia la vittima che il bullo non ricevono aiuto.
La vita frenetica di ognuno di noi ci impedisce di decodificare i segnali del corpo dei nostri figli, dei nostri alunni, ed i loro cambiamenti.
Di leggere nei loro profondi silenzi che molto bene riescono a camuffare per vergogna, paura, debolezza, fragilità.
Oggi è fondamentale non trascurare nessun aspetto legato a tali fenomeni e a questa tipologia di condotte.
Per tale motivo, attualmente, sono sempre più presenti equipe di professionisti e studiosi qualificati e certificati come: medici, psichiatri, sociologi, psicologi, psicoterapeuti, educatori, criminologi, criminalisti, uniti all’importante presenza, ed intervento, della Polizia di Stato, nonché delle Autorità Giudiziarie tutte, che intervengono facendosi carico dei casi che si manifestano supportando i Minori e le Famiglie coinvolte.
Dott.ssa Alessia MICOLI e
Dott.ssa Monica SANSONI.
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