Scrittore Sumero: la riforma della festa Natalizia

Il Natale è una festa, su questo siamo tutti d’accordo. Cosa vuol dire festa? Deriva dal latino, ha più origini composite: ferlae, giorno feriale, festiao, festeggiare banchettando, festiva, focolare, e vestya, casa. Un elemento si aggiunge nei vocabolari al festeggiare è quello della allegria. Quindi il Natale è letteralmente una festa allegra. Allegria deriva dal latino alacer: gioioso, brioso, vivace, di buon umore. Quindi andremo a festeggiare con allegria, ma scrive bene su Lazio Sociale la psicologa e criminologa Alessia Micoli sulla malinconia del Natale. Effettivamente è un momento nel quale i ricordi si accendono in contraddizioni e quindi in frustrazioni. Non possiamo negarlo, è così. Non è assolutamente colpa del Natale, reinterpretato spesso come un venerdì Santo nella imposizione del calendario, ma è appunto, come scrive Alessia, una nostra mancanza di cura personale. A Natale, spesso, per far contento il prossimo curiamo meno noi stessi, venendo meno al principio cristiano di “ama il prossimo come te stesso”. La cura personale si ha avendo attenzione del proprio benessere per un buon presente ed un buon futuro. Il Natale è la festività della Nascita, quindi della generativita’ del futuro. Nascere deriva dal sanscrito G’an, traslato in Gna, poi in latino ngnasci, quindi nasci, che vuol dire: generato, cominciare ad essere, uscire dal grembo materno per divenire e proseguire. Scrivo questo interpretando letteralmente il Natale in un festeggiare la generativita’ del futuro nella propria emancipazione dal grembo materno. La Nascita di Gesù, mi sembra che sia proprio una eccezionale rottura con il passato e la tradizione, tanto che da quel Natale si parte dall’Anno 0. Allora sarà il Natale la festa allegra nella quale ci curiamo di generare il futuro? Io la vorrei interpretare così, dove le nostre fragilità del passato si saturano per trasformarsi in basi solide per una rigenerazione. Romperei con ogni tradizione, farei divampare il fuoco della innovazione, alimentandolo con l’attualità del messaggio generativo del Natale. Questa non è la festa del pensionamento e del ricordo, ma del cambiamento e appunto della generativita’. È un appuntamento nel quale festeggiando decidiamo di prenderci cura di noi stessi per il futuro e non nel quale soffochiamo nelle forzature del prossimo oppure nella malinconia dei ricordi. Abbiamo il coraggio di emanciparci, guardando al futuro; chi nasce o rinasce guarda al futuro, non al passato. Io la penso così. La Natalità è una interpretazione del futuro, un atto di emancipazione, che non può essere sancito con le forme del passato. Lo spirito della Natività è chiaramente rivoluzionario, come abbiamo scritto di cambiamento, allora l’allegria del Natale è nello scegliere la rigenerazione, il rinnovarsi. A Natale raccontiamoci il futuro, non soffochiamolo con il passato, diamo spazio alle novità, visto che è Natività.

Scrittore Sumero

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