1989-2019/ Franco Assaiante: caduta del muro di Berlino

Mai più muri.
La sera del 9 novembre del 1989 una folla numerosa e festeggiante – sorprendendo gli stessi soldati di guardia – attraversò la frontiera dalla Germania Est unendosi e brindando con gli abitanti ed i familiari di Berlino, nel territorio della Germania Ovest, decretando di fatto la caduta del MURO eretto nell’agosto del 1961 – 28 anni prima – dal regime comunista della D.D.R. sotto l’influenza dell’Unione Sovietica, che aveva gestito e sottomesso, sino a quel momento, in modo oppressivo, violento ed antidemocratico gli abitanti della parte est di Berlino.
Quel giorno si compiva uno dei più importanti eventi della storia del secolo scorso, perché non solo sanciva la caduta del MURO come barriera che ostacolava la libertà di un popolo e la unificazione delle famiglie, ma ABBATTEVA realmente tutte quelle barriere che per tanti anni avevano seminato odio, razzismo e antisemitismo, determinando così i presupposti ed il raggiungimento di un sistema democratico e libero, con il superamento – della divisione, dell’intolleranza e dell’oppressione – del regime totalitario sovietico comunista.
Superamento realizzato successivamente anche dagli altri paesi dell’est, come la Polonia, la Cecoslovacchia e l’Ungheria, che da tempo andavano battendosi per il passaggio ad un sistema democratico, per l’unità e la libertà di parola e di espressione di tutte le persone dei paesi dell’est europeo – confinati – per effetto della
suddivisone dei paesi vincitori della 2^ guerra mondiale, entro la Cortina di Ferro dopo la caduta del nazi- fascismo.
Fautori di questo cambiamento sono stati personaggi di spessore , come Lech Walesa, Mikhail Gorbaciov e certamente non secondario il Papa Polacco Giovanni Paolo II°, che con la loro umanità, le loro battaglie ed ancor più con i loro comportamenti, di forte contrasto con il regime stalinista dei vertici della D.D.R, hanno dato speranza e coraggio alle persone per credere e battersi per perseguire l’obiettivo per il necessario cambiamento, per uscire dalla politica dell’oppressione della divisione e dell’intolleranza alla solidarietà e unità tra i popoli.
Tutti abbiamo gioito ed esultato alla caduta di quel muro di cemento perché segnò la fine di quei simboli che per anni hanno rappresentato odio, divisione, negazione della libertà e del pensiero democratico e finalmente poneva le basi per la rinascita anche economica con la riunificazione e l’adesione alle politiche sociali dell’Europa occidentale: come la storia insegna ed i risultati sono lì a rappresentare il cambiamento di quelle popolazioni. In occasione di questo anniversario, dopo trent’anni, siamo costretti ad interrogarci sul comportamento contrastante di quegli stessi protagonisti, che si sono battuti – insieme a noi – per la democrazia e la libertà per uscire dal tunnel dell’oppressione, dell’odio e dall’ isolazionismo , e che oggi invece pensano di alzare muri – al contrario – per impedire e negare quella possibilità ad altre persone che allo stesso modo cercano di fuggire – passando attraverso situazioni di sfruttamento e violenze, rischiando la vita – da regimi dittatoriali o totalitari, od anche da situazioni cruente o di miseria e povertà presenti in diversi paesi, dove certamente la democrazia e la libertà sono parole prive di senso per quelle popolazioni.
Questa è la nuova battaglia – di riflessione prima e d’iniziativa dopo – che deve essere portata avanti da parte di tutto il mondo libero e democratico, a partire da chi è uscito dalle stesse situazioni; consapevoli che solo la democrazia, l’unità e la solidarietà delle persone e dei popoli possono garantire la sicurezza e la stabilità della pace in un mondo che valorizzi quelle politiche sociali ed economiche a tutela di tutti i cittadini, soprattutto dei più deboli ed indigenti.
Franco Assaiante Vice Segretario FAP – Acli Latina
pp

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