1989-2019 / Alessandra Bonifazi: la caduta del muro di Berlino ed il valore della libertà

Sono trascorsi 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, un evento storico ed anche mediatico che ho vissuto da spettatrice insieme a milioni di persone in tutto il mondo, e di cui ricordo la gioia e la forza di chi abbatteva quel muro che per tanti anni aveva diviso vite, famiglie, affetti. Allora si abbattevano muri, oggi si costruiscono; si guardava all’Europa con occhi di speranza mentre oggi si urla la debolezza dell’Europa, con la conseguente crisi istituzionale e democratica che ne deriva.
Il muro di Berlino era il simbolo del mondo diviso, della paura, dell’ingiustizia.
Quante persone hanno provato a superare quel muro; giova far tornare alla nostra memoria il salto del soldato tedesco Conrad Schumann. Di quel salto abbiamo una foto che è diventata il simbolo della ricerca della libertà. Il 15 agosto del 1961, Conrad Schumann, arruolato a 18 anni nella Polizia di Stato della Germania est, fu mandato a presidiare l’angolo fra Bernauer Strasse e Ruppiner Strasse. Inizialmente il muro di Berlino era ancora in costruzione, ed il confine era costituito da un filo spinato, che fu poi fu sostituito dalla struttura in mattoni. Ed era proprio davanti al filo spinato che il giovane soldato pattugliava, camminando avanti e indietro. Poi improvvisamente, qualcuno dal lato Ovest urlo’ Komm ruber! (Vieni!), e Schumann saltò oltre il filo spinato. Lui allora scelse la libertà ma solo dopo la caduta di Berlino, il 9 novembre 1989, disse di sentirsi “veramente libero”.
Oggi Lazio Sociale darà spazio all’anniversario della caduta del muro di Berlino. Vogliamo ricordare eventi e persone protagoniste di questo momento storico importante per tutti noi. Come nel novembre del 1989 anche oggi siamo chiamati ad abbattere muri, unire e non dividere, e custodire in noi sempre la speranza dell’impossibile.

Alessandra Bonifazi – Presidente di Lazio Sociale

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