1989-2019/ Gianrico Rossi: riflessione sulla caduta del muro

A che servono i muri? Sono passati trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, quello che forse più di altri ha rappresentato il simbolo delle ideologie del Novecento, dividendo “fittiziamente” il mondo tra “buoni” e “cattivi”, Occidente e Oriente…Cosa resta di quell’evento? Cosa è accaduto dopo?
All’inizio, la speranza di un mondo nuovo, di una nuova era che si pensava di riconciliazione, unità tra i popoli europei, tra mondo occidentale ed ex-mondo sovietico; ritorno alla libertà economica, religiosa dei Paesi dell’Est Europa. Poi, le guerre del Golfo, l’11 settembre… e di nuovo la necessità, per qualcuno, di ritornare ad una visione manichea, di rimpiazzare i vecchi nemici con altri, col risultato di ritornare ad erigere fili spinati, muri di confine…
Forse, dovremmo riflettere sul fatto che occorre un cambiamento interiore; superare le paure di presunte o reali minacce che ognuno porta dentro si sé. Paura del diverso, dell’immigrato, di nuovi Barbari.
Le Acli partecipano al processo di crescita di una coscienza sociale e popolare aperta a prospettive storiche positive. Per questo io credo che sapremo onorare la caduta del Muro di Berlino, delle vittime di quel tempo di Guerra Fredda Ovest -Est, solo se manterremo aperti i nostri “confini”; già, i confini delle nostre menti, dei nostri cuori, con lungimiranza e visione.
E’ questa la missione delle Acli, è questo ciò che io credo, ci chiede la storia.

Gianrico Rossi – Presidente delle Acli di Frosinone

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