Scrittore Sumero: la App che non serve

La tecnologia è straordinaria, fantastica. La pubblicità dell’Unipol, l’assicurazione, ci ha informati che hanno in servizio una nuova app che ci permette di seguire il percorso del carroattrezzi dal luogo di partenza fino a raggiungerci. Perché? Per soddisfare l’ansia? Per farlo andare più veloce? Per controllare se l’autista si fermasse per un bisogno fisiologico o se si distraesse a guardare una bella ragazza? A cosa serve? È uno strumento per gli ansiosi o per i generatori d’ansia. È un giochetto per ammazzare il tempo nell’attesa, che potresti occupare gustando un gelato, osservando l’ambiente oppure scambiando due parole con il tuo compagno di viaggio. L’assicurazione abbassasse le tariffe invece di costruire queste cavolate. Intanto allo stadio a Roma l’arbitro ha fermato la partita tra la Magica e il Napoli per cori razzisti. I tifosi cantavano: “Vesuvio lavali”. La domenica precedente in Roma Milan il canto intonato era “Milano in fiamme”, nessuno disse nulla. È razzista chi invoca la lava su Napoli e non chi vuol bruciare Milano? Il razzismo non è un canto del genere, finiremmo per banalizzare e per renderci ridicoli. Quando a Verona i tifosi di casa esposero lo striscione “Vesuvio lavali”, i napoletani srotolarono uno con scritto “Giulietta e na zoccola”. Risate, ironia e fantasia. Non esageriamo, se no, non daremo evidenza a cosa è il razzismo e rischiamo di avere effetti contrari. Scusate, poi, se fermassimo la partita ogni volta che fossero invocate le madri degli arbitri? Ci vuole misura. «Noi abbiamo il sole, noi abbiamo il mare, voi solo la nebbia». Fermeremo la partita anche per questo coro per razzismo contro la deficienza climatica dei territori padani? A proposito dei padani, Salvini, quante ne cantava contro i napoletani qualche anno fa; è stato fatto ministro degli interni. Menomale che ci ha pensato lui a riconoscersi non meritevole. Ricordo quando l’On Cota, allora capogruppo della Lega, in un discorso alla Camera dei Deputati pronunciò “Roma ladrona”. Quella seduta era presieduta dal Vice Presidente On Publio Fiori, che gelo’ il Cota come uno studentello, impartendogli una lezione istituzionale e di Amor Patrio, ma nello stesso tempo trattandolo con la durezza di chi fa valere la propria autorevolezza. Publio Fiori affrontò le Brigate Rosse e le pallottole, un Uomo Vero, di quelli che servono per ridare un decoro alla politica attuale, ma anche idealita’, soluzioni e coraggio alla nostra Comunità. Un Uomo che non passò sopra ad un vero gesto di disprezzo nei confronti di un popolo, quello Italiano e quello Romano. Servirebbe sospendere dalla politica coloro che parlano delle Istituzioni e delle Funzioni Costituzionali come “Poltrone” oppure incitano il popolo al “Vaffanculo” nei confronti delle rappresentanze democratiche per poi generare Di Maio Luigi, che ha posto come questione irrinunciabile la sua carica da Ministro oppure Raggi Virginia, che mantiene la carica di Sindaco, nonostante la manifesta incapacità e gli scandali. Scrissi ad una persona che cercava il sorgere di un sorriso, di nuovo vero pieno sorriso, una frase: “il mare restituisce tutto; quando ci sediamo sulla riva le onde ci raggiungono con i ricordi, ci danno piacere o malinconia, ma a farci male sono solo le onde che non arrivano, che non lavano il sale sulle nostre ferite, perché a bruciare sulla nostra pelle sono le imprese mai compiute.” Siamo tutti chiamati a dare un senso vero al nostro Mondo, senza inseguire inutilmente un carroattrezzi.

Scrittore Sumero

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