IL PUNTO = Argentina: Fernandez riporta il peronismo al potere

(AGI) – Buenos Aires, 28 ott. – Il trionfo di Alberto Fernandez
riporta il peronismo al potere in Argentina in un momento in
cui il Paese vive una gravissima crisi economica e l’America
Latina e’ scossa da tensioni. Il conteggio dei voti si e’
chiuso con Fernandez, del Frente de Todos, al 48,04%, dinanzi
al presidente uscente, Mauricio Macri, che ha ottenuto il
40,44% (un vantaggio di 8 punti, meno di quello che
pronosticavano i sondaggi ma comunque sufficiente per evitare
il ballottaggio). La transizione iniziera’ gia’ oggi, quando
Macri e Fernandez si incontreranno per una colazione alla Casa
Rosada. Fernandez, avvocato sessantenne, ex capo di gabinetto
del governo di Ne’stor Kirchner, prenderà le redini del potere
il prossimo 10 dicembre.
Il ritorno del peronismo al potere e’ spiegato soprattutto
da un risultato impressionante nella provincia di Buenos Aires,
dove la formula Fernandez-Cristina Kirchner ha segnato 16 punti
di vantaggio sul ticket  Macri-Miguel Pichetto. In un grande
evento nel quartier generale del Frente de Todos, al grido di
“Alberto presidente, Alberto presidente”, Fernandez ha promesso
di collaborare con il presidente uscente perché l’unica cosa
che lo preoccupa e’ che “gli argentini smettano di soffrire una
volta per tutte”; e ha anche chiesto al governo di Macri di
essere consapevole di ciò che lascia e aiutare a ricostruire
il Paese delle “ceneri che ha lasciato”.
Alla luce dei risultati elettorali e della volatilità dei
mercati, la Banca centrale argentina ha gia’ annunciato che
rafforzerà le restrizioni sui cambi, che ha cominciato ad
applicare il mese scorso e imporra’ un nuovo limite
all’acquisto mensile di dollari, 200 per le transazioni
bancarie e 100 in contanti. Le misure, che saranno dettagliate
oggi in una conferenza stampa, rimarranno in vigore fino a
dicembre e rappresentano una significativa riduzione al limite
di 10.000 dollari al mese che Macri aveva annunciato all’inizio
di settembre, pochi giorni dopo che il trionfo dell’opposizione
nelle elezioni primarie aveva causato un terremoto finanziario.
A spingere Fernandez sono stati la povertà dilagante e
l’aumento della criminalità. Macri paga gli effetti della
crisi economica nella quale il Paese e’ sprofondato: Pil in
calo del 3,1% e inflazione al 57,3%. Il motto del presidente
era quello di “riportare l’Argentina nel mondo”, ma il suo
primo mandato si chiude con un netto peggioramento degli
indicatori macro-economici come conseguenza, dicono i critici,
delle mancate riforme, senza contare la fuga di capitali e
imprenditori: il tasso di povertà e’ cresciuto del 35%,
l’inflazione fino a settembre era quasi al 38%, mentre il peso
ha perso il 70% del suo valore dal gennaio 2018 e i dati
ufficiali parlano di una disoccupazione al 10%, la più alta da
12 anni a questa parte.  Fernandez nella perfetta tradizione
peronista, ha già annunciato un piano ad hoc contro la
povertà nonché la rinegoziazione del debito a partire dal
maxi prestito di oltre 56 miliardi di dollari ottenuto dal Fmi
nei mesi scorsi. (AGI)

President-elect of Argentina Alberto Fernandez addresses supporters in Buenos Aires
(fonte foto: ansa.it)

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