Morte sul lavoro, UGL: raddoppiare gli sforzi per la sicurezza

La morte del 40enne di Pontecorvo avvenuta all’interno dello stabilimento Fca e l’infortunio di un operaio alla Reno dei Medici di Villa Santa Lucia hanno scosso il sindacato UGL. L’organizzazione fa della sicurezza sul lavoro la sua battaglia primaria attraverso il tour ‘Lavorare per Vivere’ condotto dal Segretario Nazionale Francesco Paolo Capone in prima persona, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno dilagante e per mettere un freno a questi drammatici eventi.

E’ più che mai necessaria – dice il segretario regionale dell’Ugl Lazio, Armando Valiani – la promozione di una cultura della sicurezza sui posti di lavoro. Servono controlli più frequenti sui cantieri per garantire agli operai di agire in tranquillità e di non dover rischiare la vita per portare a casa lo stipendio. Chiediamo accertamenti sugli strumenti utilizzati per svolgere il lavoro e un monitoraggio più completo sullo stato di salute in cui versano i lavoratori».

“Giornata buia per il mondo del lavoro – sottolinea Enzo Valente – in un territorio che purtroppo primeggia in questo aspetto. Dobbiamo domandarci in che direzione sta andando il settore e come arginare quella che, per numeri, sta diventando una vera e propria guerra. Sindacati, imprenditori e istituzioni sono obbligati a ragionare insieme su quali ricette mettere in campo le ricette giuste per arginare il triste fenomeno”.

Al 28 settembre 2019 i caduti sul lavoro accertati in Italia sono 229, altri non sono ancora stati riconosciuti come morti sul lavoro, di questi 22 nel Lazio a cui si aggiunge l’operaio di Cassino. Il sindacato annuncia per fine Ottobre un’altra iniziativa di sensibilizzazione.

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(Fonte Foto: In Terris)

 

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