Vinitaly: vino italiano verso record surplus commerciale a 6 mld Export in crescita moderata, prezzo medio in calo
Roma, 12 set. (askanews) – LItalia del vino italiano si appresta
anno a superare per la prima volta i 6 miliardi di euro di
quest
saldo di una bilancia commerciale strutturalmente attiva, sebbene
nel primo semestre la crescita (+3,3%, a circa 3 miliardi di
euro) sia meno vigorosa rispetto al passato e il prezzo medio
registri un calo significativo, specie nellarea Ue. Volano le
incremento negli Usa
vendite nei Paesi terzi oggetto di trattati di libero scambio
(Giappone, Canada, Corea del Sud), mentre l
è inferiore rispetto alla media del mercato e in Cina si
affacciano gli sparkling, unica tipologia segnalata in crescita
nel Dragone. È laggiornamento sul mercato del vino
Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, che ha
dell
analizzato i dati semestrali export a fonte Istat e le
performance della domanda extra-Ue a base doganale nei primi
sette mesi del 2019.
Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani:
“il saldo commerciale del vino è quello che presenta la maggior
incidenza positiva rispetto a tutti i comparti del made in Italy.
Un record che va salvaguardato puntando ancora di più sui mercati
esteri emergenti e sulla crescita della fascia premium. Per
questo, fatta salva l`indiscutibile qualità del prodotto, le
tensioni al ribasso che riscontriamo su più livelli rappresentano
un campanello di allarme che saremo in grado di silenziare solo
attraverso la crescita delle dinamiche di business. I presidi
ormai stabili di Vinitaly nei Paesi chiave dovranno servire anche
a questo”.
Il pur positivo +3,3% a valore (base Istat) sottende un export
italiano di vino che ha risentito nel primo semestre di una
brusca frenata registrata nel mese di giugno (-7,6%), ma
soprattutto di un prezzo medio in calo. Complice in particolare
la caduta dello sfuso e la contemporanea minor contrazione
dellimbottigliato, il prezzo medio segna a livello globale un
area comunitaria. Giù tutte le principali piazze europee, in
-5,1% sul pari periodo dello scorso anno, con punte del -7,9% per
l
primis la top buyer Germania (-10,1%), la cui quotazione media si
è fermata a 1,9 euro al litro. Scende anche il prezzo di
acquisto in Regno Unito, a -3,6% (-9,9% lo sparkling) e Francia
(-9,4%), che detiene il primato del low cost (1,8 euro/l) anche
per effetto dei maxi acquisti di sfuso. Meno netta la situazione
nei Paesi terzi, con Stati Uniti, Canada e Svizzera in leggera
crescita, Norvegia e Russia stabili, mentre si deprezza in modo
significativo il vino italiano in Giappone e in Cina. Nel
complesso, il vino italiano nel mondo (sfuso compreso) è venduto
in media a 2,9 euro/litro, nell`Ue a 2,3 euro/litro.
Per il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, “tra
i top exporter mondiali, quella dellItalia rappresenta la quarta
ultima in
miglior performance per il primo semestre, dopo quella della
Nuova Zelanda (+13,2%), il cui export cresce sensibilmente in Usa
e Uk, del Cile (+8,2%) e della Francia (+5,9%), quest
forte spolvero negli USA, Uk e Giappone con aumenti superiori al
10 per cento”.
Prosegue nei primi 7 mesi di questanno l
incremento del vino
italiano nei Paesi terzi, seppur a ritmi meno decisi rispetto al
recente passato. Le importazioni di bianchi e rossi made in Italy
nei primi 10 Paesi buyer, che da soli valgono l`87% del mercato
extra-Ue, sono infatti cresciute nel complesso del 2,8% a valore.
Meglio dei competitor (import da mondo a +0,9%), e in particolare
della Francia che paga la pesante contrazione transalpina in Cina
e a Hong Kong.
Lanalisi su base doganale dell
Osservatorio Vinitaly-Nomisma
Wine Monitor, che ha riguardato i principali buyer extra-Ue (ad
esclusione della Russia), dimostra inoltre come il trend italiano
sia sostenuto dai soliti sparkling, a +9,8%, e dagli incrementi
registrati dalle aree oggetto di recenti trattati di libero
scambio.
(fonte foto: winenews.it/)