Ricerca: ecco come i social network influenzano risultati elettorali 

(AGI) – Londra, 4 set. – (NOTIZIA EMBARGATA FINO ALLE ORE 19) –
Non sono solo le notizie false. Ma anche le sottili differenze
nel modo in cui sono organizzate le reti dei social network
possono avere effetti profondi sui risultati di una votazione
elettorale. Queste, in estrema sintesi, i risultati di uno
studio condotto da diversi atenei americani, tra cui
l’Università di Houston e il Mit. Le conclusioni sono state
pubblicate sulla rivista Nature. Lo studio si basa su
un’analisi matematica che spiega un fenomeno che i ricercatori
chiamano “information gerrymandering” (gerrymandering e’ un
metodo ingannevole per ridisegnare i confini dei collegi nel
sistema elettorale maggioritario). I risultati dimostrano che
la struttura di un social network può influenzare l’esito di
un’elezione verso un partito politico, anche se entrambe le
parti hanno le stesse dimensioni e la stessa influenza. (AGI)
“Twitter, Facebook, queste reti sono
organizzate da chi segui e da chi ti segue”, spiega Alexander
Stewart, un biologo matematico dell’Università di Houston e
autore dello studio. “Questo  influenza sia le informazioni a
cui le persone sono esposte, sia il modo in cui prendono le
decisioni”, aggiunge. Le persone traggono informazioni da varie
fonti nel prendere decisioni, secondo i ricercatori, ma queste
informazioni possono essere vincolate dai social network e
distorte da fanatici e da robot automatizzati”. Il risultato?
La rete può promuovere una parte senza sembrare che le persone
se ne rendano conto. Non si tratta di stabilire se un individuo
sceglie di parlare solo con le persone che condividono le
proprie opinioni”. Secondo Stewart, “dovremmo prestare
attenzione alla struttura generale di questi social network, al
fatto che nel complesso le informazioni abbiano la capacita’ di
fluire liberamente”. Questo richiederà una migliore
comprensione degli algoritmi che governano i social media. “Le
persone dovrebbero avere la possibilità di scegliere quali
contenuti vogliono vedere, ma se l’algoritmo sta causando
distorsioni, dobbiamo saperlo”, sottolinea Stewart. “Anche se
non e’ intenzionale, devi comunque essere consapevole”,
aggiunge. L’analisi ha attinto ai dati prodotti da un gioco
elettorale progettato per studiare il flusso di informazioni ed
e’ stato quindi confermato attraverso lo studio di set di dati
del mondo reale, comprese le discussioni politiche online. In
pratica, i ricercatori hanno cercato di capire in che modo
l’organizzazione dei social network influisce sul processo
decisionale. “Le persone usano sempre più i social
network per informarsi e insieme a leggere le notizie, vedono
cosa ne pensano gli altri”, dice Stewart. Questo suscita
preoccupazione non solo riguardo alla diffusione di notizie
false, ma anche su come le persone vengono esposte a una serie
di punti di vista distorti. Il gioco progettato ha funzionato
cosi’: diversi gruppi di persone sono stati divisi in due
squadre, una Yellow e l’altra “Purple”. In collaborazione con
il coautore dello studio, David Rand del Massachusetts
Institute of Technology, il team ha condotto oltre 100
esperimenti online con oltre 2.500 soggetti. Il gioco ha
riprodotto i follower e le persone che solitamente una persona
segue. “E’ come se avessimo creato una versione minuscola e
semplificata di Twitter”, dichiara Stewart.
Il gioco e’ stato strutturato per premiare sia la lealtà
al partito che il compromesso: se il proprio partito vince con
il 60 per cento dei voti o più, ogni membro del partito riceve
2 dollari. Se i membri del proprio partito sono scesi a
compromessi per aiutare l’altra parte a raggiungere il 60 per
cento dei voti, ciascun membro riceve 50 centesimi. Se nessuna
parte vince, il gioco viene bloccato e nessuno riceve denaro.
Ebbene, i ricercatori hanno mostrato che le decisioni dei
singoli elettori – o i giocatori  – sono modellate dalle
informazioni che ricevono attraverso la propria rete di
influenza. Le persone convinte che il loro partito vincerà non
hanno alcun incentivo a scendere a compromessi. Se pensano che
l’altra parte abbia più voti, i giocatori hanno maggiori
probabilità di scendere a compromessi. “Quando una parte può
utilizzare la rete per convincere più membri dell’altra parte
che devono scendere a compromessi, quella parte ha un enorme
vantaggio”, dice Stewart. I ricercatori hanno definito questo
fenomeno “information gerrymandering”, dimostrando che il
processo decisionale può essere influenzato a seconda del
messaggio che le persone ricevono attraverso le loro reti.
Nella realtà la posta in gioco e’ molto più alta del vincere
qualche dollaro. “La nostra analisi fornisce un resoconto delle
vulnerabilità del processo decisionale collettivo alla
distorsione sistematica di un flusso di informazioni limitato”,
hanno scritto i ricercatori. “La nostra analisi evidenzia anche
un dilemma sociale a livello di gruppo: l’information
gerrymandering può consentire a una parte di influenzare le
decisioni a suo favore, ma quando più parti si impegnano nel
gerrymandering il gruppo – concludono  –  perde la sua
capacita’ di raggiungere il consenso e rimane intrappolato in
un punto morto”. (AGI)

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(fonte foto: )

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