Dal figo Salvini alla sfiga di Salvini

Viviamo tempi che agognano Cesare, ma arriva solo Romolo Augustolo. I latini sognano Cesare, ma poi restato delusi dalle imitazioni, come quando comperi le scarpe Made in China, fanno figura per un poco ma non durano.
Gli italiani hanno pensato che era giunta l’ora di un cesarotto passabile, Matteo Salvini. Pareva deciso, pareva popolare, popolano, populista. Insomma una che “poteva essere”. In vero avevano anche creduto in Matteo Renzi che da fiorentino era pure cinico. Ma?
Ma il potere non logorava i democristiani, affascinava i socialisti, era desiderato dai comunisti, ma agli pseudoleader “illude”. Crea una aurea di onnipotenza e santità che esiste solo nei dipinti dei Giotto e si trasforma in suicidio politico.
Salvini vinceva la partita 5 a 0, la porta dell’avversario era vuota e gli avversari guardavano una signora sugli spalti, lui si è fatto 8 autogol e ora protesta sostenendo che hanno scambiato le porte.
Aveva messo all’angolo il Pd che era vicino alla inconsistenza mediatica, stava spolpando i 5 stelle come fa il bruco alla mela, aveva fatto di Berlusconi uno spettatore pure distratto e la Meloni l’aveva incaricata di organizzare la festa a bordo campo. Era solo, dalle Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno. Invece? Era cesarotto, non era Cesare e ora? Non è più capo delle guardie, capo del governo, la fidanzata pare lo abbia lasciato, e pure Berlusconi lo snobba…. insomma si è fatto sfigato.

Lidano Grassucci – Direttore di “Fatto a Latina”

Dal figo Salvini alla sfiga di Salvini

 

 

 

 

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