La persona, la comunità, la democrazia, i nazionalismi, i migranti, gli ultimi e l’allarme per il Creato : la Chiesa “scomoda”

Papa Francesco e la Chiesa, a tutti i livelli – Vescovi e Parroci – incalzano le istituzioni , la società civile e le singole persone a confrontarsi con i drammi e le contraddizioni del nostro tempo, alla luce della Vangelo, senza preoccuparsi del “consenso” dentro e fuori il mondo cattolico. E’ una sfida “universale” quella della Chiesa, che affronta integralmente il tema dei valori umani e delle culture e delle idee che con essi contrastano. Il Papa e la Chiesa assolvono a questo compito senza tentennamenti misurandosi con il “mondo”, con la contemporaneità, con la Città dell’Uomo, nella consapevolezza della forza straordinaria e della carica rivoluzionaria del messaggio di Cristo in una società secolarizzata. Siamo in una nuova fase in cui la Chiesa ha superato il tempo del contrasto con la rivoluzione francese, con la laicità della politica, con l’illuminismo che squarcia il velo della religione per affermare la ragione, con la spiegazione di Dio come proiezione dell’uomo, libero da ogni illusione di altro da sé trascendente. La dottrina sociale della Chiesa e il Concilio Vaticano II hanno visto superare l’arroccamento e la chiusura della Chiesa che tendeva a ritrarsi dal mondo o a contrattare illusori patti di riserva per la propria missione. La Chiesa ha accettato le sfide del “nuovo mondo” per comprendere le ansie e i drammi che l’umanità “liberata” da Dio affrontava sotto i colpi delle ideologie totalitarie e disumane che hanno fatto strage di valori umani. L’illusione della “fine della storia” con il crollo del mondo comunista e che avremmo vissuto una progressiva ed inarrestabile espansione della libertà e del benessere globali, hanno riportato l’uomo contemporaneo a misurarsi con problemi che minano alle fondamenta ogni conquista in termini di diritti e con il risorgente nazionalismo “arricchito” di razzismo e di rinnovato desiderio dell’uomo forte, con pieni poteri. Papa Francesco e la Chiesa hanno piena consapevolezza di doversi caricare il peso di una funzione per tutti, credenti e non credenti, per essere riferimento “spirituale” sul piano dell’umano, per affermare quei valori universali della persona che ne costituiscono il fondamento e che fondano le speranze di fraternità, di uguaglianza e di libertà. I prossimi anni ci vedranno drammaticamente scossi da cambiamenti ambientali, climatici, economici e migratori. La politica si misurerà su campi e con difficoltà sconosciuti. Il ruolo della Chiesa di Papa Francesco sarà fondamentale per mobilitare risorse valoriali e per scuotere le coscienze di ciascuno, chiamato ad un nuovo impegno in politica come più alta forma di testimonianza della “carità”. Per una forza politica come il Partito Democratico è “naturale” ma non scontato comprendere la complessità e la drammaticità delle sfide. Serve un cambio di passo culturale della politica e il PD deve comprendere il nuoco paradigma che abbiamo davanti. Gli schemi tradizionali della politica, le diverse declinazioni di laicismo e di laicità, il rifiuto della dimensione di cultura politica dei cattolici, non consentono di leggere la nuova realtà in cui i diritti universali della persona sono rimessi in discussione. Dentro il PD, non da oggi, c’è stata e c’è la tendenza a non riconoscere il carattere fondativo plurale (al massimo una pluralità organigrammatica) ossia differenti culture politiche che hanno concorso e concorrono ad alimentarne valori e proposta politica del PD. Il cattolicesimo democratico si tende a derubricarlo come un elemento decorativo, superato secondo uno schema vecchio che non ha mai compreso il rapporto tra fede e dimensione privata e la cultura politica scaturente da un impegno di cattolici che nella storia ha prodotto esperienze come il cattolicesimo democratico, il cattolicesimo liberale, il clerico moderatismo, ecc.. Altra coordinata superata è l’incomunicabilità sui temi etici con conseguente scomunica laica. Tutto ciò appare tuttavia perfino datato. Oggi, per quanto argomentato brevemente prima, si pongono tematiche che vanno oltre e che impegnano i valori fondativi dell’umanità e della persona su un terreno in cui credenti e non credenti possono più agevolmente trovare motivi di sintonia e di impegno comune. Un terreno su cui le culture politiche fondanti del PD esprimono sensibilità utile a comprendere i “pericolosi tempi nuovi” . A me pare che la Chiesa abbia intrapreso questo cammino di rinnovato impegno con strumenti di lettura e di comprensioni più adeguati delle attuali culture politiche e delle esperienze organizzate che sono protagoniste dell’agone politico. Al PD serve una riflessione del tutto nuova.
Claudio Moscardelli – componente direzione nazionale del PD

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