Scrittore Sumero: stelle d’Europa

È una serata fresca in piena estate, mia è la panchina tra gli alberi, tra i rami le stelle. In lontananza qualche auto, mentre dai giardini vicini i rospi e le rane accompagnano la notte. Ho ascoltato una canzone in spagnolo, mi sembra che si intitoli da Granada a Marakesh, “te amo come tu”.
Oggi il mare era calmo, brillante, un diamante squadrato, trasparente. Poca gente in spiaggia, piacevole la musica.
Mentre guardavo il prato in questa mite serata i miei pensieri tornavano indietro. Parigi, passeggiavo per Parigi, faceva più caldo di oggi, ma comunque una gradevole temperatura. Passeggiavo tra gli imperiosi monumenti. Mi accompagnai con un amico, non lo conoscevo, ci presentammo per sentirci amici. Discutemmo, ci confrontammo, parlammo di Europa, Italia, politiche sociali, i nostri temi. Avevamo culture e molte idee diverse, anche stili, profili. Quando ti confronti integri le differenze delle umanità. Andammo a gustarci in un grazioso bistrot ai margini di un parco una eccellente tartare di vitello, accompagnata da una freschissima insalata. Molto gustosa. Diamine, disse lui: non mi funziona la carta, non passa, era il momento del conto. Tranquillo risposi, tocca a me. Lo sai il perché? Anzi ti ringrazio. Perché qualche tempo fa mi accadde la stessa cosa, ero nei Paesi Baschi, e un amico risolse la questione con la sua carta. È l’equilibrio, la compensazione. Sono contento di poter pagare anche per te. È la sussidiarieta’. Ecco l’Europa, la stella d’Europa e d’Italia, la sussidiarieta’.  Il metodo, lo strumento, l’idea che equilibra il nostro stare insieme. Ritorno a quella canzone, da Granada a Marakesh, orizzonti che sollecitano riflessioni, note calde che danno energia ad altri ricordi. Nel locale, un moderno ristorante, non c’erano clienti, forse l’orario, un primo pomeriggio. Mi conosceva il titolare, ma anche i suoi collaboratori mi consideravano un ospite gradito, tanto da non badare all’orologio. Un amico mi descrisse il tempo come il passaggio da una emozione ad un’altra. In quel pranzo sapevamo gustare le emozioni, così come da un’altra parte, sempre soli in sala, stesso orario. Stessa ospitale accoglienza del personale. Ricordo la tua bellezza, l’armonia della tua bellezza si compiva nel sorriso gioioso che accompagnò entrambi gli incontri. Mi dissi che ti fossi svegliata felice perché sapevi che mi avresti incontrato. Ospitalità, bellezza, gioia, incontro: se fossi napoletano cercherei sulla cabala i numeri identificativi di queste parole per giocarmeli a lotto, vincerei sicuramente, vinceremmo sicuramente. Sono Sumero e non posso che identificare tali parole con le stelle, le stelle d’Europa. Continua la musica tra le emozioni

Scrittore Sumero

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