Latte: pastori contro ‘Piano offerta pecorino’, pronti a protesta

(AGI) – Cagliari, 31 lug. – I pastori sardi ‘senza bandiera’
contestano il nuovo piano di offerta del pecorino romano. In
una nota osservano come all’assemblea del consorzio di tutela
del Pecorino Romano si sia raggiunto un accordo sul nuovo piano
che “differisce dal precedente solo per il sistema delle
contribuzioni aggiuntive, che apparentemente sembrerebbe
renderlo più rigido del precedente, ma in realtà e stato
studiato di modo tale che ogni caseificio si tenga ben strette
le proprie quote storiche”. Sembrerebbe, sottolineano i
pastori, “che il piano sia stato reso più efficace con
l’aumento della sanzione per chi sfora, se non fosse che e
abbinato a un complicatissimo sistema di deroghe che sembra
costruito non per premiare qualità e nuovi mercati come
asserito ma piuttosto per consentire di tutelare i singoli
interessi dei soliti padroni del latte che evidentemente per i
soci del consorzio che hanno votato a favore non sono i
pastori”. La convinzione dei pastori
e’ “che il nuovo piano non modifichi sostanzialmente la
situazione di asservimento a un sistema che non consente di
valorizzare il latte ma li relega al ruolo di produttori di una
commodity la cui valorizzazione e affidata agli illuminati che
hanno gestito la filiera sino ad ora, portandoci sul precipizio
di un burrone”.
Il nuovo Piano – contestano i pastori – continua “a
fondarsi sul principio che una impresa casearia che volesse
aumentare la propria quota di Pecorino Romano e obbligata a
sforare e forse a pagare sanzioni. Ma se lo fa furbescamente
adeguandosi al sistema di deroghe non paga neanche le sanzioni.
L’impresa deve sforare perché l’anno successivo l’intera
produzione compreso lo sforamento gli verrà riconosciuta come
quota grattando quote di rappresentatività agli altri
caseifici. Questi ultimi come reagiscono? Reagiscono con
l’unico modo che hanno a disposizione per tutelare la loro
quota e cioè sforare a loro volta. Questo circolo perverso –
sono convinti i pastori – provocherà l’ennesimo sfondamento del
tetto produttivo con le conseguenze che tutti conosciamo”.
Ora, si legge nella nota, occorre che “ciascuno faccia la
propria parte: chi conferisce il latte agli industriali non
deve concedere la propria delega”. Un altro appello e’ a tutte
le associazioni di categoria affinché prendano una posizione
decisa “per cambiare il sistema rendendo tutti i pastori
padroni del proprio destino”. “Altrimenti – concludono i
pastori – non ci resta che continuare a protestare in piazza e
preparare un ricorso all’AGCM che anche stando al parere
precedente non potrà che riconoscere che il nuovo piano e
concepito per distruggere il potere contrattuale dei produttori
primari”. (AGI)

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(fonte foto: Agi)

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