Il cibo del terzo millennio

Uno studio comparativo dell’Università Agraria di Riverside, California, ha cercato di cogliere la percezione di come le istanze di “naturalità” , che sono presenti anche in una popolazione fortemente orientata ai consumi di massa come lo sono generalmente gli americani , sono tradotte nei confronti del cibo da acquistare.
Quello che appare significativo è che il consumatore , orientato da motivi etici -ambientali -sanitari a preferire cibi naturali, è spesso confuso tra aspetto del cibo e qualità che lui stesso ricerca.
La ricerca si è svolta anche  con dei brevi test nei quali al panel di consumatori venivano mostrati cibi  dello stesso tipo ma di diverso aspetto .
Ad esempio venivano mostrate due mele: una di aspetto  buono e di forma regolare. E l’altra di forma irregolare, con buccia macchiata e non uniforme.
E poi veniva chiesto: uno dei due frutti è probabilmente  contaminato da agenti chimici dispersi nel terreno e nell’aria.
Quale è il frutto contaminato?
La quasi totalità del campione ha indicato il frutto di forma irregolare e dalla buccia butterata.
Alla domanda posta in altro modo: quale di questi due  frutti è rappresentativo di una coltivazione naturale senza uso di pesticidi e fitofarmaci?
Anche in questo caso un diverso  panel di consumatori , seppur in modo meno massiccio, ha indicato  la mela bacata come meno naturale di quella sana e regolare.
Pare esistere quindi, secondo questa indagine( molto più approfondita che in questo semplice dato) , un parallelismo nelle aspettative dei consumatori:  cibo bello e perfetto è sinonimo di cibo naturale e coltivato con metodi altamente rispettosi dell’ambiente.
Di converso l’equazione si può leggere inversamente: cibo imperfetto e con difetti evidenti è sinonimo di cibo contaminato e proveniente da coltivazioni  inadeguate.
Naturalmente quello che è vero ed auspicabile è nel mezzo( cibo sano e bello senza troppo impatto ambientale) ma quello che è molto interessante è la profonda  aspettativa che si ha nei confronti dei metodi definiti “ naturali “ rispetto alle reali conformazioni del cibo coltivato in modo biologico o con altri metodi scientifici di basso o molto basso impatto ambientale.
Tutti i consumatori di cibi biologici sanno che questi non sono ne più belli ne di sapore superlativo rispetto ad altri coltivati e prodotti con metodi intensivi o con supporto chimico e di sintesi antinfestanti.
Anzi, possono avere qualche imperfezione in più ed è questo un elemento in più che  ne ne garantisce l’autenticità.
Accreditare altre qualifiche ai prodotti “naturali” come se l’imprecisato metodo  fosse la pietra filosofale( quella che doveva trasformare il piombo in oro) è errato e fuorivante.
Anche se molto utile per chi ne dovesse fare uso speculativo.
Agostino Mastogiacomo
Presidente Acli Terra Provincia  di Latina.

Canestra_di_frutta_(Caravaggio)

 

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