Scrittore Sumero: tu sai chi sei, ti chiami Europa

Ci sono luci preziose, sono quelle che filtrano tra i suoi scuri capelli.
È bellissima.
La descrivo.
Ha le gambe lunghe e slanciate come il lungomare di San Sebastian. Le muoveva con l’eleganza di una danzatrice di flamenco andaluso; spesso le nascondeva come il buio fa con quelle sponde sull’Atlantico. Caviglie eleganti, fini, mi ricordano le luci di Montecarlo. Ho sempre ammirato le sue curve accarezzate dal vento. Soffici linee come i rilievi delle Dune Du Pilat. Sapeva avere il portamento divino del Pantheon. Un sorriso che solo la luce delle stelle di Ponza sa donare con la stessa brillantezza.
Era in piedi, davanti a me, longilinea e rigorosa come il Duomo di Colonia. Mi guardava fredda e misteriosa, assumendo l’identità della antica Praga.
Mi abbracciava calorosa come i mercati del Mezzogiorno d’Italia.
Non indossava gioielli luminosi, se non i suoi occhi quando mi ascoltava.
Tante cose mi diceva ed io come il Mediterraneo accoglievo il fiume di parole che sgorgava dalla sua simpatia. Donna di continue e  fresche speranze, di concreta fatica quotidiana. Donna insicura, indomita, conscia dei limiti e della forza. Mi ha accompagnato sempre, mi ha cercato sempre. Ha pensato a me quando mi sentivo migrante lontano. Me l’ha ripetuto anche quando non ci ho creduto. Mi ha baciato proprio quando ero distratto e non l’ho ascoltata.
Vecchia Amica mia, tu sai chi sei, ti chiami Europa

Scrittore Sumero

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